Tremonti bond, la via più facile per la ricapitalizzazione veloce della banca ai fini del buffer Eba

di Red
SIENA Nell’intervento in soccorso delle banche spagnole c’è un elemento di novità che apre scenari francamente inimmaginabili solo pochi giorni fa. I 100 miliardi occorrenti non verranno dati al governo spagnolo (perché ciò comporterebbe il commissariamento del paese iberico) ma gestiti dall’Efsf direttamente con il sistema bancario.
Ciò significa che per risolvere la crisi in Europa tutto o quasi è possibile: e allora perché non salvare il Monte dei Paschi trasferendo finalmente la governance alla città di Siena con la ricapitalizzazione pubblica dell’istituto?
Come vanno raccontando ormai dal mese di dicembre i vari maggiorenti locali, sembra che all’interno di Rocca Salimbeni e delle istituzioni concorrenti tutti non fossero altro che meri esecutori della volontà di altri, non eletti alle cariche né politiche in comune, né amministrative in Fondazione. Tanto da farci scrivere con una certa sicurezza che la proprietà della banca è altrove. Sconosciuti non sottoposti alla volontà popolare che si esprime con il voto.
Essendo ormai (pare) stata spazzata via dagli eventi una buona parte della nomenclatura politica cittadina, dall’ex presidente di MPS Mussari al sindaco di Siena Ceccuzzi, una nuova e diversa stagione nella amministrazione della banca, se i senesi lo vorranno, potrebbe aprirsi con persone e condizioni nuove.
Se non ci fosse l’urgenza del diktat Eba, si sarebbe potuta costruire attendendo la nuova realtà politica cittadina che si formerà attraverso il normale percorso con le elezioni che si terranno con ogni probabilità nel prossimo anno. Ma l’arrivo del commissario superpartes è imminente e la mancata comprensione della portata degli avvenimenti da parte della classe politica dirigente la città (una tantum: chi non governa non può condividere le colpe…) ha lasciato nella facoltà esclusiva di Profumo e Viola le scelte sul futuro della città. Che sicuramente rispondono ad un altro – e alto – referente politico anche loro, secondo varie indiscrezioni. Un poco paragonabile alla situazione nazionale, con la politica che ha lasciato i destini dell’Italia al tecnico Mario Monti.
Lo strumento della immediata ricapitalizzazione di MPS è certamente tra le mani di Profumo: i Tremonti bond. E’ nella facoltà del presidente di chiedere la loro trasformazione in capitale in qualsiasi momento. Un aggiunta di 1,9 miliardi di euro che completerebbe con surplus le necessità individuate dall’Eba, con il Ministero dell’Economia a dover scegliere a chi intestare le quote: e potrebbe decidere di intestarle o di metterle nella disponibilità della Fondazione MPS e superare d’un fiato l’emergenza. Infatti il tutto deve avvenire entro il 30 giugno, rendendo inutile anche la dismissione di Biverbanca e degli sportelli Antonveneta evitando di smembrare il gruppo.
Ma per far pendere la bilancia verso questo risultato occorrerebbe uno scatto di reni dell’intera città che è difficile da immaginare, persi come siamo dietro la difesa delle poltrone, che ad alcuni riesce ancora, ma per poco, e pure bene.