Eugenio Neri interviene sulle vicende di Palazzo Sansedoni
SIENA. “Piena luce sulla passata gestione della Fondazione Mps e al tempo stesso chiarezza fin da subito sul futuro di Palazzo Sansedoni”. Eugenio Neri interviene con queste parole nel dibattito intorno alla Fondazione Mps in attesa che vengano nominati nuovo presidente e nuova deputazione amministratrice dopo la fumata nera di lunedì scorso e l’aggiornamento al prossimo 20 agosto.
Il consigliere dell’opposizione in consiglio comunale riparte dal recente passato di Palazzo Sansedoni: “Innanzitutto è necessario e doveroso nei confronti della città andare fino in fondo per conoscere le responsabilità dell’impoverimento di una delle fondazioni bancarie un tempo più solide d’Italia. Per questa ragione – ricorda Neri -, ho chiesto con forza una commissione comunale d’inchiesta che possa chiarire ai senesi come sia stata amministrata la Fondazione Mps”. Un organismo che “potrebbe svolgere quest’azione di pari passo con la necessaria azione di responsabilità su cui il consiglio comunale sta lavorando”, aggiunge Neri. Una volontà di chiarezza che “spero stia a cuore anche al sindaco Valentini che invito a occuparsi meno dei prossimi vertici di Palazzo Sansedoni e ad evitare il ruolo di sponsor politico, peraltro finora inascoltato, di un papabile presidente”, dice ancora Neri, riferendosi all’uscita del sindaco alla Festa del Pd in cui ha indicato il nome di Pizzetti per il vertice della Fondazione.
Il consigliere comunale ricorda inoltre che “le dichiarazioni di commiato dell’ex presidente Mancini e dei vecchi vertici della Fondazione sono stati un’auto-assoluzione portata avanti attraverso il tentativo di scaricare ogni responsabilità sugli enti nominanti e sui documenti di indirizzo. Sarebbe però interessante conoscere – prosegue Neri – quale documento di programmazione indicava alla Fondazione l’obbligo di restare sopra il 51%, della Banca e se prima di sottoscrivere l’aumento di capitale del 2011 fossero state prese in esame strade alternative, praticabili e ragionevoli. Su questo, come su tanti altri punti della gestione del patrimonio della Fondazione, non mi pare che i vecchi vertici abbiano dato spiegazioni”. Da parte di Neri arriva dunque un altolà: “Fino a quando non sarà fatta piena chiarezza sulle passate gestioni, l’unica strada da percorrere all’interno di Palazzo Sansedoni è quella di una completa rottura con il passato: non vorremmo infatti assistere al ricollocamento all’interno della stessa Fondazione di amministratori che hanno rivestito ruoli di primo piano nell’impoverimento dell’istituzione cittadina”.
Dal consigliere comunale arriva infine un ‘invito’ ai futuri vertici di Palazzo Sansedoni: “Ci piacerebbe che dessero il buon esempio in tempi di vacche magre con una cura dimagrante che riguardi anche le spese della stessa Fondazione: risulta infatti che per i 33 dipendenti nel 2012 siano stati spesi oltre 4 milioni di euro, una cifra che stona con la crisi economica che investe la città e con l’azzeramento dei contributi per il territorio. Una Fondazione ‘povera’ in futuro non potrà certo permettersi il lusso di pagare certi stipendi, altrimenti saremmo di fronte all’ennesima beffa nei confronti della città”, conclude Neri.