Brenci critica l'ex-sindaco Piccini per la proposta salva-Fondazione
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Finite le elezioni si pensava di essere legittimamente tornati ad un clima di pacifico confronto politico a Siena. Dopo il “bagno di sangue” vissuto in un maggio che pare lontanissimo, ci eravamo un tantino assuefatti alla “pax” estiva e poi autunnale. E invece, lo scossone ci è stato dato prima dagli indagati all’Università e poi dal continuo scivolone di banca e Fondazione. Sui mercati e nell’immaginario senese. Quest’ultimo aspetto anche più grave del primo, sebbene non altrettanto quantificabile.
Dalla nascita dell’Osservatorio civico per la banca e per la Fondazione Mps in cui la vera idea innovativa è la realizzazione di una class action di piccoli azionisti montepaschini (cioè dei quattro quinti dei senesi, a tirarla alla larga), pronti a dare battaglia in assemblea dei soci, fino alle “cadute dalle nuvole” di tanta very important people… E non sono mancati gli scaricabarile, i “faccio finta di nulla”, i “non è colpa mia” e, peggio di tutti, i “non ne sapevo nulla”. Che detto da un senese al bar può avere un senso; da un dirigente di banca o fondazione…. magari anche no!
Di proposte poche – se si esclude l’invito all’unità, alla cosesione e alla discontinuità. E sulla discontinuità avremmo ben da dire. Sulla discontinuità ci siamo, è ovvia la sua impellente necessità, visto il disastro fatto fino ad ora. Ma certo deve essere considerato anche l’aspetto che, a pronunciare queste parole, sono dei veri “Partenone” che sormontano da “secoli” la città! Belli, fissi lì da un ventennio, immobili nella stanza dei bottoni; sempre presenti nei bar e nelle enoteche più “in” a dare pacche sulle spalle agli amici.
Fino all’idea lanciata da un ex sindaco. Una proposta per tirare fuori la Fondazione Mps dal pantano in cui si trova, malgrado gli “avvisi ai naviganti” lanciati da qualche anno a questa parte. A più voci – e urlando anche – durante l’ultima campagna elettorale. E fino a qui tutto bene. Se non fosse che a farsi venire questa idea non è altro che il nemico numero uno del Pd senese: Pierluigi Piccini.
Anatema! avranno gridato dalle stanze della sezione provinciale. Ma come si permette questo qui di farsi venire un’idea? E pure di dirla alla stampa. E magari alla stampa nazionale! Ma non poteva tenersela per sè? Ma non poteva dircela a noi durante un incontro privato? Non poteva dirlo al sindaco Ceccuzzi e basta? Vergogna! Non si fa mica così! Questo non è voler bene ai senesi!
Vabbè… ma la proposta è buona oppure no? Noi non siamo economisti – anche se, visti gli esperti che circolano, potremmo anche appenderci qualche medaglia al petto – ma avremmo voluto sapere cosa ne pensano i politici locali di una proposta per salvare la Fondazione. Un bene comune, un patrimonio di Siena, qualcosa su cui, forse, si è scherzato anche troppo.
Invece, Lozenzo Brenci, consigliere del Pd e in carica nel Consiglio Comunale di Siena da più di un decennio, ha una sua opinione. E ce la comunica. Lui pare abbia apprezzato l’iniziativa del sindaco Ceccuzzi di incontrare i suoi predecessori, ma soprattutto, ha apprezzato il silenzio seguito a questi incontri da parte dei due protagonisti. Foto con una bella stretta di mano e via. Un confronto senza “fuga di notizie”, alla chetichella. Tanto, ai cittadini non deve interessare cosa si sono detti i Primi Cittadini. Lo sa Ceccuzzi, quello che si sono detti, e tanto basta.
E con questo abbiamo messo una bella lapide sul concetto tutto di sinistra della partecipazione.
Il Piccini, invece, non sta zitto. Si distingue, è “inopportuno”. Lui “trasforma in lotta politica un gesto di cortesia istituzionale rivolto anche a lui, al pari degli altri, nonostante in questi anni non abbia saputo interpretare il ruolo dell’ex sindaco con quell’equilibrio che sarebbe invece doveroso per chi, in passato, ha rappresentato tutti i senesi”. E per “equilibrio” si intende? Stare zitti? Dare ragione sempre a chi sta seduto sulla poltrona più alta? E magari poi uscire con le dichiarazioni di Gabriello Mancini che dice, in sostanza, di aver fatto quello che gli veniva chiesto. Dichiarazioni che pare abbiano mandato su tutte le furie Franco Ceccuzzi durante una seduta dei capigruppo. Furie sedate subito da un “ma stiamo calmi e non solleviamo polveroni”.
Ma un povero cristo come deve dimostrare l’amore per la sua città? Con un religioso silenzio utile solo a “fingere”, a “coprire”, a “tacitare”? O piuttosto arrovellandosi il cervello per cercare magari una soluzione? E magari anche dirla, prendendosene il merito? Che non sia un modesto, l’ex sindaco Piccini, questo lo sapevamo. Che voglia fare politica e magari anche fare carriera non è un mistero. Che pensi di essere anche un tantino più intelligente della media, e non esiti a dimostrarlo, anche questo possiamo darlo per assodato. Il Brenci poteva risparmiarsi il comunicato, se ci voleva far sapere questa cosa.
Ma lui, in quanto storico consigliere comunale a Siena, cosa ne pensa della proposta dell’ex ingombrante e chiacchierone sindaco di Siena, Piccini? Perchè questo aspetto, che pure è prioritario in un momento così delicato per Siena, non si è evinto. Dopo la colpa di aver avuto un’idea e, peggio, di averla espressa, cosa si può realmente imputare a Piccini? E questo aver ufficializzato l’idea impedisce “una collaborazione con le istituzioni della città”? Impedisce un “mettersi al servizio della collettività”?
Mah! S’è sempre detto che i politici hanno una logica che sfugge ai più – come una morale, visto l’andazzo – ma questa proprio non s’è capita.