Il Movimento commenta il documento approvato nell'ultima seduta del Consiglio Comunale
SIENA. Il MoVimento Siena 5 Stelle interviene in merito al Bilancio Comunale del Comune di Siena 2017, approvato durante la seduta consiliare del 30 gennaio.
“Siamo davanti ad una vera e propria sceneggiata – dichiara il consigliere comunale Michele Pinassi -, poiché gli atti del DUP e del Bilancio Comunale, redatti dagli uffici comunali e sottoposti a ratifica da parte del Consiglio Comunale, sono totalmente incomprensibili anche per esperti contabili, figuriamoci per normali cittadini! Oltre 300 pagine di tabelle e numeri codificati che neppure un professionista riuscirebbe a comprendere nei canonici 20 giorni concessi ai consiglieri per analizzarli”.
“L’assenza dell’obbligo di utilizzare strumenti interattivi per la comprensione degli atti di bilancio, come quello offerto dal portale openbilanci.it, è una grave mancanza di trasparenza sia per i consiglieri che per i cittadini: il Bilancio ed il DUP -Documento Unico di Programmazione- sono gli atti più importanti di una Amministrazione Comunale ma anche i più incomprensibili -prosegue Pinassi- e sfido chiunque ieri fosse seduto nell’aula consiliare a dichiarare di averne avuta piena comprensione. Forse l’assessore competente ed il dirigente conoscevano l’atto in modo adeguato ad esprimerne un giudizio in merito ! Possiamo continuare così?”.
“Sia chiaro – precisa Pinassi -, il problema è la normativa nazionale, che di fatto impedisce ai cittadini ed ai consiglieri comunali di avere piena consapevolezza, come è nelle nostre prerogative, di un atto fondamentale su cui siamo chiamati ad esprimerci. Per questo sto promuovendo, nelle sedi opportune, una proposta di legge che imponga l’obbligo, per le amministrazioni comunali, di rendere fruibile pubblicamente attraverso strumenti digitali interattivi gli atti del bilancio. Per inciso – conclude – questo sarà uno dei nostri primi atti quando i cittadini ci conferiranno l’onere di guidare la città, perché non possiamo chiamare Democrazia un sistema che non permette di capire come l’Amministrazione spende i soldi pubblici”.