"Il decreto del governo tratta questa violenza come un problema di ordine pubblico..."
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La recente notizia di violenza fisica accaduta a Siena ad una giovane ragazza, ci impone, ancora una volta, una profonda riflessione sulla violenza delle donne. Sono 80 le mogli, compagne, fidanzate, uccise da gennaio a metà settembre di quest’anno.
Gli autori sono italiani nel 75% dei casi, in generale uomini “normali”, non dei pazzi. La famiglia si conferma un luogo oltremodo pericoloso per le donne, visto che all’interno di essa si consuma la maggior parte delle violenze in tutto il Paese.Le cause sono varie fra le quali determinanti la relazione di potere storicamente ineguali fra uomini e donne, la discriminazione di genere e il pregiudizio culturale che non riconosce alla donna identità e libertà.
Non si agisce invece come sarebbe necessario per prevenire, con un azione profonda sui piani sociali e culturali. Ci sono le convenzioni internazionali che l’Italia ha firmato e ratificato e che non sono rispettate. Vengono anzi tradite nella prassi:
– si tagliano i fondi ai centri antiviolenza
– non vengono messe seriamente in campo politiche di prevenzione e di promozione di una cultura di rispetto della donna
– troppe donne vengono abbandonate a loro stesse anche in seguito a reiterate denunce da esse fatte
– non si ha cura degli strumenti – casa, lavoro, tutela – che possano consentire alle donne di uscire da rapporti famigliari logorati e violenti.
La UIL CSP Siena Pari opportunità e politiche di genere e la UILP Pari opportunità e politiche di genere richiedono con forza che il Governo e la Regione non taglino ma potenzino ed estendano gli sportelli antiviolenza, che si realizzi una pianificazione delle politiche pubbliche per la prevenzione e protezione, che si attui il potenziamento dei consultori e dei centri di ascolto territoriali, che venga concretizzata la formazione degli insegnanti, degli operatori sanitari e della sicurezza.
Uil Siena – Pari opportunità e politiche di genere