Tutto svenduto in Fondazione: i perché del silenzio

SIENA. Repetita iuvant? L’articolo di oggi potrebbe essere la fotocopia di quello di ieri, con l’aggiunta del titolo MPS sospeso in Borsa dopo un ribasso teorico del 4,44% a 0,247 euro intorno alle 17, per chiudere a -3,32%. La solita politica maldestra, che un giorno si e uno no accusa le agenzie di rating di seminare il panico, stavolta prende le sembianze della signora Merkel. Il cancelliere tedesco fa in pratica sapere di non accettare i risultati del summit della scorsa settimana, che già i mercati avevano giudicato negativamente, dando in pratica ragione a Standard & Poor’s che valutava la il sistema ancora in arretramento, se non in caduta. “Il silenzio è d’oro” sarebbe una regola buona per i politici europei, un po’ meno per quelli locali. L’appello del sindaco Ceccuzzi alla riservatezza ha subito gli strali dei commenti perplessi, ironici, arrabbiati su questo giornale e per le strade cittadine.  Siena si ritrova in queste condizioni con una Fondazione ridotta ai minimi termini, quando solo pochi anni fa era un vanto a livello mondiale per potenza e liquidità, proprio per aver taciuto ai cittadini tutto quello che si faceva, il perché e il percome. Andava tutto bene, bastava attaccarsi al “seno” della Fondazione e sgorgava latte e miele, sotto forma di “Erogazioni”, la parola magica che creava consenso. Ma fuori le mura chi si occupa di finanza e banca avvertiva, raccontava, ammoniva e chi voleva essere informato lo era. E’ così anche oggi: dovremmo stare tutti zitti, quando la stampa nazionale – e non solo – ci racconta quanto avviene in tempo reale?

Entro venerdì le dismissioni degli asset della Fondazione saranno completati e Palazzo Sansedoni rimarrà una scatola piena solo di azioni MPS. Per i dettagli vi rimandiamo a domani (compresa la vendita di azioni Monte per scendere al 30% e gli effetti della rinegoziazione dei debiti). Chissà che segreto era per Ceccuzzi. Ma così dicendo il sindaco ha evitato di parlare anche per il passato e di dare spiegazioni su come si sia arrivati a questo punto, tanto conosce i si dice senesi: “che fin da quando, deputato a Roma e coordinatore provinciale a Siena, attendeva nella capitale l’arrivo notturno di Mussari per le riunioni operative di partito sull’acquisto di Antonveneta”, e quindi – come attore principale – è il primo responsabile della storia. Ma l’unanimismo di maniera palesato dall’opposizione in consiglio comunale ha evitato che il sindaco fosse costretto a dare una risposta a tale domanda: verrà il giorno che si leveranno i veli dell’ipocrisia? La gente pensa e dice che “i nostri dirigenti non sanno che pesci prendere” e la paura che la tragedia scoperchi il pentolone – evidenziando chissà che cosa – affanna tutti i protagonisti a vario titolo.