ROMA. Tutto quello che bisogna sapere prima di investire nell’indice S&P 500.
Che cos’è l’S&P 500?
L’indice Standard & Poor’s 500, meglio conosciuto come S&P500 o semplicemente S&P, è un insieme delle 500 maggiori società quotate in borsa negli Stati Uniti, valutate in base alla loro capitalizzazione di mercato. La storia di questo indice inizia nel 1926, quando Standard Statistics iniziò a gestire un indice di 90 società statunitensi quotate in borsa, calcolato una volta al giorno. Durante la Seconda guerra mondiale, la società si è fusa con la Poor’s Publishing, originando così la Standard & Poor’s.
Nel marzo 1957, l’indice fu ampliato a 500 società e fu rinominato S&P500 Stock Composite Index. Nel 1976, Vanguard ha introdotto il primo fondo al mondo progettato per replicare i rendimenti dell’indice S&P500, mentre nel gennaio 1993 è stato lanciato il primo e ora più grande ETF statunitense, noto come Spider (dal ticker SPDR), che offre un’esposizione specifica all’indice S&P500.
In effetti, comprende 505 oggetti, poiché molte di queste società hanno diverse classi di azioni nell’elenco. Ad esempio, Alphabet include sia la classe A (GOOGL) che la classe C (GOOG). Questo indice è misurato in base alla capitalizzazione azionaria basata sul libero flusso a partire dal 2005. Ciò significa che solo le azioni di ciascuna società disponibili sul mercato pubblico sono incluse nella quotazione in termini di capitalizzazione di mercato. I componenti di questo indice sono quotati alla Borsa di New York o al NASDAQ, che negozia dalle 9:30 alle 16:00 EST, esclusi i giorni festivi.
Ciò che distingue l’S&P500 è che, oltre ai criteri obbligatori, viene presa in considerazione anche la valutazione della società da parte del gruppo S&P Global. Il consiglio decide se una società è adatta al portafoglio dell’indice S&P500 dopo che i criteri di base sono già stati raggiunti. Tali aspetti aggiuntivi e soggettivi includono: il contributo all’economia e allo sviluppo degli Stati Uniti, la stabilità finanziaria e la profittabilità dell’azienda (intesa, tra l’altro, come il raggiungimento di un utile netto positivo per quattro trimestri consecutivi). Questo è uno dei motivi per cui Tesla è entrata nell’indice S&P500 solo lo scorso dicembre, nonostante avesse già soddisfatto per anni i criteri di base per l’inclusione nel portafoglio dell’indice.
Le società dello S&P 500 (US 500) sono suddivise in 11 settori: Servizi di telecomunicazione, Prodotti di lusso, Sanità, Industriali, Materiali, Immobiliare, Tecnologia, Prodotti di consumo, Energia, Servizi finanziari e Servizi di pubblica utilità. Ciò consente ai trader di osservare non solo l’indice nel suo complesso, ma anche la loro performance all’interno dei singoli settori. In questo modo si ottiene un livello di diversificazione maggiore rispetto al trading di azioni di singole aziende.
Per quanto riguarda le aziende presenti nell’indice, i principali rappresentanti sono le società tecnologiche di grandi dimensioni. Queste includono, ad esempio:
- – Apple: 6,17%
- – Microsoft: 5,77%
- – Amazon: 3,85%
- – Facebook: 2,25%
- – Alfabeto (A e C): 4,25%
- – Tesla: 1,46%
- – Berkshire Hathaway: 1,43%.
- – Nvidia: 1,32%.
L’indice S&P 500 è composto dalle 500 società con la maggiore capitalizzazione di mercato negoziate negli Stati Uniti. L’indice S&P 500 (USA 500) può essere negoziato indirettamente attraverso fondi comuni di investimento, sia tramite ETF che comprendono azioni o contratti futures, oppure può essere negoziato attraverso contratti per differenza (CFD).
I trader possono scegliere di negoziare l’equivalente dell’S&P 500 acquistando azioni o futures di ciascuna delle 500 società. Tuttavia, sarebbe complicato e richiederebbe molto tempo mantenere il giusto equilibrio di questi azioni all’interno di un portafoglio.
I trader possono anche collaborare con un broker per acquistare fondi comuni d’investimento o ETF che includano nel loro portafoglio una rappresentazione dei titoli dell’S&P 500 o dei futures. Questi sono già impostati per rappresentare la composizione dell’indice. Tuttavia, i broker tendono ad addebitare costi elevati sotto forma di commissioni e hanno tempi di esecuzione inferiori.
Come si imposta la strategia di investimento nello S&P 500?
Valutare la propria situazione finanziaria: è importante comprendere i propri obiettivi finanziari, la tolleranza al rischio e la situazione finanziaria complessiva prima di prendere una decisione di investimento. Esaminare in dettaglio lo S&P 500, includendo la sua composizione, la posizione storica e i fattori economici che possono influenzare i profitti futuri. Considerare la possibilità di diversificare il portafoglio investendo in altri settori e classi di attività oltre all‘S&P 500. L’investimento in questo strumento è generalmente considerato un processo a lungo termine, quindi occorre pianificare di conseguenza. Evitare reazioni emotive alle variazioni di mercato a breve termine. Monitorare regolarmente i propri investimenti e rivalutarli alla luce dei propri obiettivi finanziari e della propria situazione.
Ricordare che gli investimenti comportano dei rischi e che le performance passate non sono garanzia di rendimenti futuri. È sempre consigliabile rivolgersi a un professionista finanziario per una consulenza sugli investimenti e sulla pianificazione finanziaria.
Tra gli investitori circola l’opinione che “il 90% dei casi è più probabile che si ottenga un risultato migliore acquistando l’indice S&P 500 piuttosto che come investitore attivo che sceglie da solo i titoli del proprio portafoglio”. Ciò significa che per molti di noi un investimento tranquillo e passivo nell’S&P 500 sarà meglio che passare ore davanti a uno schermo cercando di vincere il mercato.