Dopo le due ultime "puntate" di Report e L'Espresso il candidato chiede ai vertici di prendere le distanze della vecchia governace
SIENA. Nel giro di tre giorni l’informazione nazionale, stampata e televisiva, ha inferto due colpi micidiali all’immagine del Monte dei Paschi e, di riflesso, di Siena.
Ha iniziato il settimanale l’Espresso ribadendo che per l’acquisto di Banca Antonveneta sono stati pagati in totale più di 17 miliardi di euro suddivisi in otto diversi bonifici oggi sotto i riflettori della Guardia di Finanza. Una cifra fantasmagorica, a cui si arriva sommando il prezzo di acquisto, già di per sé esorbitante, ai debiti che Antonveneta aveva in pancia e di cui MPS si è fatto carico, senza alcuna chiarezza.
Ha rincarato la dose la trasmissione televisiva Report di ieri sera che, in quindici terribili minuti, ha rivelato una sciagurata operazione condotta nel 2009-2010, in piena crisi mondiale, su 25 miliardi di titoli di stato passati con chiaro intento speculativo da un tasso fisso ad uno variabile con conseguenze devastanti sui conti e ricordato la spregiudicata operazione Casaforte che ha interessato ben 43.000 clienti.
Cosa altro aspettano gli attuali amministratori della Banca MPS per prendere pubblicamente e inequivocabilmente le distanze dagli amministratori precedenti e intentare loro una azione di responsabilità? Ne va non solo del buon nome di una Banca, ma del buon nome di una intera comunità che con questa Banca è stata identificata per secoli.
Ha iniziato il settimanale l’Espresso ribadendo che per l’acquisto di Banca Antonveneta sono stati pagati in totale più di 17 miliardi di euro suddivisi in otto diversi bonifici oggi sotto i riflettori della Guardia di Finanza. Una cifra fantasmagorica, a cui si arriva sommando il prezzo di acquisto, già di per sé esorbitante, ai debiti che Antonveneta aveva in pancia e di cui MPS si è fatto carico, senza alcuna chiarezza.
Ha rincarato la dose la trasmissione televisiva Report di ieri sera che, in quindici terribili minuti, ha rivelato una sciagurata operazione condotta nel 2009-2010, in piena crisi mondiale, su 25 miliardi di titoli di stato passati con chiaro intento speculativo da un tasso fisso ad uno variabile con conseguenze devastanti sui conti e ricordato la spregiudicata operazione Casaforte che ha interessato ben 43.000 clienti.
Cosa altro aspettano gli attuali amministratori della Banca MPS per prendere pubblicamente e inequivocabilmente le distanze dagli amministratori precedenti e intentare loro una azione di responsabilità? Ne va non solo del buon nome di una Banca, ma del buon nome di una intera comunità che con questa Banca è stata identificata per secoli.
Enrico Tucci