"... e ricomponiamo gli schieramenti"
SIENA. L’immortale Flaiano da par suo avrebbe sicuramente commentato “la situazione è grave, ma non seria”.
Il Monte dei Paschi ha distrutto non meno di venti miliardi di patrimonio a causa della condotta fraudolenta di amministratori imposti dal Pd. La Fondazione MPS, in spregio allo statuto che oggi si vorrebbe riformare, ha dilapidato in pochi anni cinque miliardi e si ritrova pesantemente indebitata a causa di amministratori quantomeno poco accorti, anche loro imposti dal Pd.
Il Comune si trova in una situazione finanziaria incresciosa ed é commissariato dopo anni e anni di governo di centrosinistra egemonizzato prima dal PCI, poi dai Ds ed infine, dalla sua nascita, dal Pd.
Siena è prostrata, indebitata, supertassata, incredula, impaurita.
Invece di chiedere scusa alla Città, cospargersi il capo di cenere e togliere in punta di piedi il disturbo gli esponenti del Pd, di questo famigerato partito che ci ha portato al disastro, pensano bene ora di fare un po’ di teatro mettendo in scena una sceneggiata degna del grande Merola, chiamata “primarie”. Coprotagonisti sono l’apparentemente mite Mugnaioli, la faccia meno impresentabile del ceccuzzismo, che rappresenta la continuità del gruppo dirigente in passato egemone, e il rampante Valentini, finora vissuto su Marte ed ora gran rottamatore del suo stesso partito, di professione sindaco, che vorrebbe rappresentare l’alternativa “rivoluzionaria”, dimentico di un percorso di vita tutto all’interno dell’apparato purtroppo per lui perfidamente ricordatogli qualche giorno fa dalla “compagna” Bindi. Il resto di quello che fu il centrosinistra resta a guardare, sospeso tra la voglia di rovesciare il tavolo e la paura di sbagliare tutto e ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. L’ineffabile Marzucchi riesce invece ancora una volta a stupirci candidandosi a sindaco proprio nel momento in cui la Corte dei Conti censura pesantemente il bilancio da lui stesso firmato. Sembra di essere su “Scherzi a parte”!
I cittadini assistono attoniti e sempre più sconcertati a questa messa in scena anche perché da parte di chi vorrebbe proporsi come alternativa al Pd arrivano messaggi quantomeno ambigui, soprattutto dal carrozzone autodefinitosi Baricentro Civico. Quale ricambio di classe dirigente e che “cambio di passo” nella amministrazione della Città ci si può aspettare da una coalizione che, con la regia della premiata ditta Monaci, mette insieme gli ex-sindaci Piccini e Cenni, fino a poco fa cordiali nemici, gli esponenti di Scelta Civica direttamente riciclati dal Pd, il Pdl verdiniano con appendice di mezzi Fratelli d’Italia, vari esponenti civici e civili sempre più a disagio? L’impressione è che si faccia finta di voler cambiare tutto per non cambiare proprio niente e soprattutto per impedire che qualcuno apra cassetti che per qualcuno è meglio restino chiusi. Si rischia di cadere dalla padella nella brace e condannare la Città ad una crisi irreversibile.
Per dare a Siena una vera opportunità di rilancio forse è indispensabile rompere gli schemi scomponendo e ricomponendo gli schieramenti.
Il punto da cui partire è chiaro: la classe dirigente ceccuzian-mussariana deve rassegnarsi a farsi finalmente da parte per un motivo molto semplice, il completo fallimento. Non è bastato sfogliare l’intero elenco telefonico per trovare un candidato credibile, sono loro che non sono più credibili e non c’è candidato che tenga.
Il Monte dei Paschi ha distrutto non meno di venti miliardi di patrimonio a causa della condotta fraudolenta di amministratori imposti dal Pd. La Fondazione MPS, in spregio allo statuto che oggi si vorrebbe riformare, ha dilapidato in pochi anni cinque miliardi e si ritrova pesantemente indebitata a causa di amministratori quantomeno poco accorti, anche loro imposti dal Pd.
Il Comune si trova in una situazione finanziaria incresciosa ed é commissariato dopo anni e anni di governo di centrosinistra egemonizzato prima dal PCI, poi dai Ds ed infine, dalla sua nascita, dal Pd.
Siena è prostrata, indebitata, supertassata, incredula, impaurita.
Invece di chiedere scusa alla Città, cospargersi il capo di cenere e togliere in punta di piedi il disturbo gli esponenti del Pd, di questo famigerato partito che ci ha portato al disastro, pensano bene ora di fare un po’ di teatro mettendo in scena una sceneggiata degna del grande Merola, chiamata “primarie”. Coprotagonisti sono l’apparentemente mite Mugnaioli, la faccia meno impresentabile del ceccuzzismo, che rappresenta la continuità del gruppo dirigente in passato egemone, e il rampante Valentini, finora vissuto su Marte ed ora gran rottamatore del suo stesso partito, di professione sindaco, che vorrebbe rappresentare l’alternativa “rivoluzionaria”, dimentico di un percorso di vita tutto all’interno dell’apparato purtroppo per lui perfidamente ricordatogli qualche giorno fa dalla “compagna” Bindi. Il resto di quello che fu il centrosinistra resta a guardare, sospeso tra la voglia di rovesciare il tavolo e la paura di sbagliare tutto e ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. L’ineffabile Marzucchi riesce invece ancora una volta a stupirci candidandosi a sindaco proprio nel momento in cui la Corte dei Conti censura pesantemente il bilancio da lui stesso firmato. Sembra di essere su “Scherzi a parte”!
I cittadini assistono attoniti e sempre più sconcertati a questa messa in scena anche perché da parte di chi vorrebbe proporsi come alternativa al Pd arrivano messaggi quantomeno ambigui, soprattutto dal carrozzone autodefinitosi Baricentro Civico. Quale ricambio di classe dirigente e che “cambio di passo” nella amministrazione della Città ci si può aspettare da una coalizione che, con la regia della premiata ditta Monaci, mette insieme gli ex-sindaci Piccini e Cenni, fino a poco fa cordiali nemici, gli esponenti di Scelta Civica direttamente riciclati dal Pd, il Pdl verdiniano con appendice di mezzi Fratelli d’Italia, vari esponenti civici e civili sempre più a disagio? L’impressione è che si faccia finta di voler cambiare tutto per non cambiare proprio niente e soprattutto per impedire che qualcuno apra cassetti che per qualcuno è meglio restino chiusi. Si rischia di cadere dalla padella nella brace e condannare la Città ad una crisi irreversibile.
Per dare a Siena una vera opportunità di rilancio forse è indispensabile rompere gli schemi scomponendo e ricomponendo gli schieramenti.
Il punto da cui partire è chiaro: la classe dirigente ceccuzian-mussariana deve rassegnarsi a farsi finalmente da parte per un motivo molto semplice, il completo fallimento. Non è bastato sfogliare l’intero elenco telefonico per trovare un candidato credibile, sono loro che non sono più credibili e non c’è candidato che tenga.
A seguire c’è da individuare un criterio per separare il vecchio dal nuovo, la conservazione dalla innovazione, il concetto del potere per il potere dallo spirito di servizio.
Lo spartiacque, essenzialmente etico, è evidente per chi lo vuol vedere: da una parte chi ha in questi anni sostenuto attivamente e consapevolmente il “groviglio armonioso” che ha dato vita al “sistema Siena” e ne ha goduto, dall’altra tutti gli altri.
Lo spartiacque, essenzialmente etico, è evidente per chi lo vuol vedere: da una parte chi ha in questi anni sostenuto attivamente e consapevolmente il “groviglio armonioso” che ha dato vita al “sistema Siena” e ne ha goduto, dall’altra tutti gli altri.
Chi sono “tutti gli altri”?
A partire da una parte consistente del Baricentro Civico, visibilmente in sofferenza, fino a Sinistra per Siena e frange di SEL, passando per le nostre vere liste civiche, la Lega e il Movimento 5 Stelle, è individuabile un arco di forze e proposte politiche certamente assai variegato, ma sicuramente compatto nel rivendicare la immediata necessità di un nuovo modello di amministrazione, sobria, trasparente, attenta al merito e di un nuovo modello di Città, intelligente, innovativo, accogliente, amica dei giovani e degli anziani. Gli elettori che fino ad oggi hanno votato chi li ha rovinati abusando della loro buona fede e quelli che da sempre hanno sofferto sulla loro pelle emarginazioni e discriminazioni sono pronti al cambiamento. Diamo loro un’occasione lasciando da parte incomprensioni, ripicche, veti incrociati, appartenenze, bandiere di partito e ambizioni personali. Da parte nostra, pur già pronti ad una strenua battaglia civica su idee, persone e metodi nuovi, per favorire questo processo di aggregazione siamo pronti a metterci a disposizione senza alcuna pretesa di primogenitura, a patto che si arrivi rapidamente a mettere in campo un cartello ampio e potenzialmente vincente. Eugenio Neri, Michele Pinassi o Laura Vigni potrebbero guidare questo nuovo grande schieramento alla vittoria scegliendo la squadra di governo in una ampia rosa di persone capaci e per bene. Cosa aspettano? Cosa aspettiamo?
A partire da una parte consistente del Baricentro Civico, visibilmente in sofferenza, fino a Sinistra per Siena e frange di SEL, passando per le nostre vere liste civiche, la Lega e il Movimento 5 Stelle, è individuabile un arco di forze e proposte politiche certamente assai variegato, ma sicuramente compatto nel rivendicare la immediata necessità di un nuovo modello di amministrazione, sobria, trasparente, attenta al merito e di un nuovo modello di Città, intelligente, innovativo, accogliente, amica dei giovani e degli anziani. Gli elettori che fino ad oggi hanno votato chi li ha rovinati abusando della loro buona fede e quelli che da sempre hanno sofferto sulla loro pelle emarginazioni e discriminazioni sono pronti al cambiamento. Diamo loro un’occasione lasciando da parte incomprensioni, ripicche, veti incrociati, appartenenze, bandiere di partito e ambizioni personali. Da parte nostra, pur già pronti ad una strenua battaglia civica su idee, persone e metodi nuovi, per favorire questo processo di aggregazione siamo pronti a metterci a disposizione senza alcuna pretesa di primogenitura, a patto che si arrivi rapidamente a mettere in campo un cartello ampio e potenzialmente vincente. Eugenio Neri, Michele Pinassi o Laura Vigni potrebbero guidare questo nuovo grande schieramento alla vittoria scegliendo la squadra di governo in una ampia rosa di persone capaci e per bene. Cosa aspettano? Cosa aspettiamo?
Enrico Tucci – Candidato sindaco di Pietraserena e Siena C’è