"Un attentato a salute, sicurezza, made in Italy e diritti dei consumatori" per Adusbef e Federconsumatori
ROMA. Il Ttip, il Trattato transatlantico sugli investimenti tra Europa e Stati Uniti con la finalità di creare la più grande area di libero scambio del mondo, senza più dazi e confini commerciali tra i due continenti, nasconde pericoli seri, un vero attentato per la salute e la sicurezza garantita da standard legislativi conquistati in Europa anche con le battaglie legali e le pronunce dei tribunali.
Il principio fondante del nuovo trattato ‘Frankstein’ è la libertà di mercato e del libero arbitrio di imprese, assicurazioni, banche, che offre loro la tutela assoluta e prevalente degli investitori e della proprietà privata, per sottrarre agli Stati sovrani la loro giurisdizione e delegando le controversie ad organismi sovranazionali (Organismo di risoluzione) alle quali le multinazionali potranno appellarsi per rivalersi sui governi che, a loro giudizio, siano colpevoli di ostacolare il raggiungimento del profitto.
Le pericolose limitazioni sulle leggi che i governi partecipanti potrebbero adottare per regolamentare diversi settori economici, in particolare banche, assicurazioni, commercio, telecomunicazioni e servizi postali, introdurrebbero norme in grado di consentire alle multinazionali americane di intentare cause per «perdita di profitto» contro i governi dei paesi europei, qualora questi portassero avanti legislazioni a tutela dell’ambiente (per esempio contro la diffusione degli OGM), o a favore dei diritti sociali.
Vengono abrogati il principio di precauzione; la tracciabilità sulla filiera alimentare ed i requisiti igienici per non intossicare i consumatori presente nella legislazione europea; la denominazione di origine dei prodotti; vengono consentiti l’uso di ormoni e sostanze chimiche e massicce dosi di antibiotici per consentire maggiore crescita al bestiame; gli Ogm senza dichiararla in etichetta; i trattamenti di igienizzazione chimica con la clorina, finora proibiti.
Sarà ammessa la libera circolazione dei lavoratori in tutte le nazioni firmatarie, ed è stato proposta l’ammissibilità, per i soggetti economici privati, di muovere azioni legali contro i governi le cui legislazioni prevedano la tutela dello stato sociale e dei diritti inviolabili della persona. Ulteriore pericolo il ribasso dei salari, dal momento che per la libertà di circolazione, le imprese di un paese potranno applicare in un altro paese i salari vigenti nel proprio generando un vantaggio solo per le imprese statunitensi, acclarato che i salari dei lavoratori europei sono più elevati di quelli americani. Anche i diritti sindacali europei non avranno valore se contrari alle norme sul libero scambio e libera circolazione contenuti nel TTIP, senza possibilità per i lavoratori vessati, di rivolgersi al giudice del lavoro locale. Anche in questo caso, il lavoratore europeo dovrà rivolgersi a una corte arbitrale statunitense.
E qualora un’azienda americana volesse iniziare un’attività considerata pericolosa in Europa (come una centrale nucleare o l’estrazione dello shale gas), nessun tribunale locale potrebbe opporsi, con le stesse multinazionali agroalimentari americane che potrebbero fare incetta di terreni acquistati a poco prezzo dagli agricoltori locali per impiantarvi piantagioni OGM, al posto delle coltivazioni dell’agricoltura tradizionale, smantellando così il principio di precauzione sugli organismi geneticamente modificati previsto dalla legislazione italiana ed europea.
Tra i rischi concreti l’ingresso di merci e alimenti di cattiva qualità prodotti dalle multinazionali americane, come vegetali e carne OGM, o prodotti imbottiti di ormoni e fitormoni, contro le quali le leggi nazionali e le comunità locali non potranno opporsi in quanto le leggi e i regolamenti devono sottostare al trattato. Assieme alle barriere tariffarie salteranno anche altri ostacoli quali regole, controlli e standard minimi richiesti per la circolazione della merce, norme sulle sostanze chimiche tossiche, leggi sanitarie, prezzi dei farmaci, libertà di Internet e la privacy dei consumatori, l’energia, i brevetti ed i copyright.
I parlamentari europei, che sono chiamati a votare una risoluzione sul Ttip, dimostrino di tutelare i diritti, le libertà e le sentenze dei giudici europei, i quali -qualora dovesse passare il Trattato- non potranno opporsi ai prodotti statunitensi perché il TTIP obbliga i cittadini europei, singoli e in associazione di rivolgersi, non al giudice nazionale, ma a un tribunale di natura privata per tentare un arbitrato lottando a proprie spese contro gli staff legali delle multinazionali, gettando così popoli europei, le piccole imprese locali, gli agricoltori, nelle grinfie delle grandi corporation americane.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
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