Profumo e Viola alla scoperta della crisi di Rocca Salimbeni. A quando Antonveneta?
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Prime ammissioni di Alessandro Profumo alle critiche degli analisti sulla composizione del portafoglio titoli di banca MPS. “Dobbiamo essere sempre più selettivi avendo la preoccupazione dietro le spalle dei titoli di stato in portafoglio. Il Monte dei Paschi forse ne ha troppi rispetto alle sue dimensioni”, così il presidente della banca senese, riferendosi quasi certamente ai troppi titoli di Stato italiani; lo ha detto partecipando a un evento organizzato a Berlino nello stabilimento Chemie del gruppo Menarini, il cui socio di controllo, la famiglia Aleotti, è entrata recentemente in Mps con un quota del 4%. Sconfessando così di fatto, senza nemmeno nominarli, il duo Mussari-Vigni che con i presunti facili guadagni consentiti da Bot e BTp speravano di coprire i buchi di bilancio causati dai debiti contratti per acquistare Antonveneta.
“Non ci dobbiamo sentire colpevoli”, ha però osservato il presidente di MPS. In occasione delle ultime conference con gli analisti, l’amministratore delegato Fabrizio Viola aveva messo in rilievo essere i 26 miliardi di titoli di stato italiani in portafoglio un ammontare troppo elevato, che dovrà essere progressivamente ridotto. Ciò – con il deteriorarsi della situazione finanziaria internazionale – ha reso agli occhi della speculazione, sempre attenta ai libri contabili delle società quotate in borsa, così appetibile scommettere contro il titolo MPS da averlo ridotto ai minimi termini, non corrispondenti fra l’altro al valore reale dei beni materiali.
Con tutto l’establishment bancario nazionale per anni al capezzale del Ministro dell’Economia Tremonti che moltiplicava i titoli emessi per sostenere la politica di spesa (e di consenso) del suo governo, potevano rimanere alla lunga solo gratificazioni per i singoli e debiti per le future generazioni. Cosa che si è puntualmente verificata, perché il ministro ha perso la guerra della crescita, che non c’è stata. Cattiva politica, che ha scambiato la realtà con un programma di scommesse d’azzardo. Ma anche l’attuale governo pare non passarsela meglio…
Profumo ha salomonicamente concluso “La situazione va gestita bene e sono sicuro che comunque lo Stato italiano pagherà”. Ma intanto per l’Eba – che ha chiesto una ricapitalizzazione provvisoria per MPS di 3,267 miliardi di euro – i titoli di stato in mano a Rocca Salimbeni scottano e significano perdite.
In tutta questa vicenda la cosa più dolorosa che rimane è la scientifica distruzione di valore che un manipolo di persone ha potuto realizzare in un quadriennio, un lasso di tempo brevissimo. Appena chiusa la vendita di Biverbanca e di 200 sportelli più, probabilmente, il marchio “Antonveneta” si potranno quantificare le perdite. Che saranno tutte a carico della collettività senese. Perché, come ora stanno ammettendo anche le sigle sindacali della banca, il trasferimento altrove della sede del Monte non è una idea balzana, è una realtà che si sta materializzando.