"Rimangono forti perplessità dovute soprattutto alla diminuzione del patrimonio netto di 1.130 milioni di euro, dovuta alla necessità di coprire le perdite attese sui prestiti"
SIENA. Le notizie positive sulla Banca MPS, sia che riguardino i bilanci o che si riferiscano ad altri aspetti non possono che rallegrarci e ridare speranza per le sorti della Banca e dell’intera economia senese.
Quindi non è per puntiglio o per partito preso che ci permettiamo di avanzare perplessità sui risultati di questa 1 trimestrale 2018, ma solo per una irrinunciabile esigenza di verità e trasparenza.
Trimestrale incensata da tutti gli organi di informazione, con l’unica eccezione di un articolo firmato da Walter Galbiati su Repubblica dell’11 maggio 2018 dal titolo “come i numeri negativi possono diventare positivi “
Se osserviamo con attenzione i dati di bilancio si rilevano i seguenti principali aspetti che non ci consentono di unirci al coro dei consensi:
- Il patrimonio netto di gruppo diminuisce di 130 milioni rispetto al 31/12/2017; tale dato trova una parziale spiegazione nel resoconto intermedio di gestione; [1]dove viene indicato un complessivo di 1.367 milioni di euro che si riduce a 1.130 per il riporto positivo degli utili delle trimestrale;
- Il risultato operativo lordo seppur di poco è in regresso rispetto ai dati del bilancio al 31/03/2017;
- Riduzione delle commissioni nette.
Il risultato positivo del bilancio della 1° trimestrale del 2018 è dovuto alle seguenti voci:
- Rettifiche di valore sui prestiti, infatti nella 1° trimestrale del 2017 ammontavano a 310 €mln. mentre nella 1° trimestrale 2018 sono 137,9 €mln. Questi dati purtroppo confermano quello che da molti anni continuiamo ad affermare: la chiave di tutto sta nella qualità del credito erogato, soprattutto durante la gestione Mussari-Vigni[2].
- Le Imposte pagate dalla Banca nel 2017 erano 30 milioni di euro, mentre nel 2018 la Banca ha potuto godere di un recupero d’imposta di 50 milioni di euro[3]. In sintesi queste sono le principali voci che hanno consentito a Banca MPS di ritornare all’utile di esercizio nella prima trimestrale del 2018.
Ma come già anticipato rimangono forti perplessità dovute soprattutto alla diminuzione del patrimonio netto di 1.130 milioni di euro, che non è dovuta alla cessione degli NPL, ma alla necessità di coprire le perdite attese sui prestiti, una nuova regola in vigore dal 1 gennaio 2018.
Le perdite attese sono state pari a 1.537 milioni di euro, però il patrimonio netto è sceso di 1.130 milioni di euro perché lo sbilancio iniziale è stato in parte attenuato dall’utile netto della 1° trimestrale 2018 e dalla rivalutazione di altre attività per un importo di 400 milioni circa.
La Banca ha anche annunciato che la BCE ha individuato 4-5 miliardi di euro di attività che non erano conteggiate nell’attivo ponderato per il rischio, cioè nelle attività che devono essere coperte dal patrimonio di vigilanza (CET1). Nel secondo trimestre, questi 4-5 miliardi si andranno ad aggiungere all’attivo ponderato per il rischio.
Nel primo trimestre il CET1 era pari all’14,4% a fronte di un attivo ponderato per il rischio di 62 miliardi di euro, nl secondo trimestre, a causa della decisione della BCE, l’attivo ponderato per il rischio salirà a 67 miliardi e dunque il CET1 potrebbe scendere, secondo molti analisti sotto l’11%.
Sergio Burrini di “Sinistra per Siena”
[1] Estratto dal resoconto intermedio di gestione “ ….sono stati contabilizzati a patrimonio netto al 1° gennaio 2018 impatti negativi per complessivi 1.367 milioni di euro al netto dell’effetto fiscale. I principali effetti sono riconducibili alle seguenti casistiche:
. 1.537 milioni di euro al lordo della fiscalità per l’applicazione del nuovo modello di “impairment”, di cui:
- -294 milioni di euro per le esposizioni per cassa “performing” dovuti principalmente all’inclusione delle “lifetime expected losses” sulle attività non deteriorate classificate nello stadio 2 in conseguenza del significativo incremento del rischio creditizio del debitore rispetto quello esistente al momento della prima iscrizione in bilancio del credito;
- -1.201 milioni di euro per le esposizioni per cassa deteriorate, dovuti principalmente all’inclusione dello scenario di cessione per quei portafogli per i quali è attesa la dismissione;
- -42 milioni di euro per le esposizioni fuori bilancio relative a impegni ad erogare fondi e garanzie rilasciate;
. + 23 milioni di euro quale effetto di misurazione al “fair value” derivante dalla riclassifica di titoli e di crediti dalle “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” alle “attività finanziarie valutate al fair value through profit and loss” per effetto del fallimento del test SPPI di taluni strumenti finanziari;
. + 154 milioni di euro quale effetto di misurazione al costo ammortizzato derivante dalla riclassifica di titoli da “attività finanziarie disponibili per la vendita” (ex IAS39) alle “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”, in linea con il business model del Gruppo, ovvero HELD TO COLLECT;
. -2 milioni di euro riconducibili ad effetti fiscali di cui – 50 milioni connessi agli effetti rilevati sulle riserve valutative e + 48 milioni di euro relativi agli effetti rilevati sulle riserve di utili, questi ultimi principalmente connessi al “probability test”.
[2] Questa riduzione è dovuta alla diminuzione del rischio del credito avvenuta nel corso delle ultime trimestrali. Occorre inoltre tenere presente che nel bilancio della 1° trimestrale dell’anno non è obbligatorio il parere della società di revisione, a differenza del bilancio annuale dove è richiesto l’inventario analitico del credito, posizione per posizione e tali dati vengono sottoposti al controllo degli organi di vigilanza. In sintesi nel bilancio annuale i dati devono essere attendibili, mentre nelle trimestrali il dato può essere gestito con una certa “flessibilità”
[3] La Banca ha portato a bilancio il credito d’imposta maturato nel corso degli ultimi anni a causa dei bilanci in perdita.