L'annunciato aumento di capitale non ha dato alcun beneficio

di Red. SIENA. Il mondo della finanza sembra non credere all’aumento di capitale non solo di Banca MPS, ma anche degli altri istituti finanziari richiamati alla patrimonializzazione. Anche ieri il titolo è perso terreno, addirittura sotto il valore di chiusura dell’ 8 aprile, il venerdì precedente la decisione di fare l’aumento. L’analisi di borsaitaliana.it del 14 aprile è impietoso: “Perdono quota i bancari con B.P.Milano che ha perso il 2,73% all’indomani del Cda straordinario in cui Banca d’Italia dopo una lunga ispezione avrebbe invitato il management della popolare milanese a provvedere ad un rafforzamento patrimoniale con un aumento di capitale. Tra gli altri titoli del comparto chiudono in negativo B.Popolare (-2,62%), Unicredit (-2,56%), Ubi B. (-2,44%), B.Mps (-2,37%) e Intesa Sanpaolo (-2,31%)”.
Per quello che riguarda la situazione senese, sembra che alla Fondazione Monte Paschi di Siena servono 800 mln circa per partecipare all’aumento di capitale di B.Mps. L’Ente si dovrebbe riunire lunedì prossimo per valutare il pacchetto di interventi per sostenere pro-quota la ricapitalizzazione di Rocca Salimbeni. In effetti risulta da indiscrezioni che la possibilita’ di indebitarsi concessa dal ministro Tremonti sia intorno ai 300-400 milioni, ben al di sotto della cifra complessiva dell’operazione: da cui la complessita’ della manovra, che consiste nell’utilizzare una parte dei titoli privilegiati Mps in portafoglio (circa il 10% del capitale), provare a smontare le gestioni patrimoniali, auindi gestire il futuro di Consum.it, e mettere in gioco alcune partecipazioni monetizzabili, come lo 0,42% di Intesa Sanpaolo e l’1,9% di Mediobanca.
Posizione condivisa anche da Ilsole24ore: la volonta’ della Fondazione di partecipare all’aumento di capitale senza diluire la propria partecipazione al di sotto della soglia del 50,1% (oggi ha in portafoglio il 55,5% complessivo) deve avere come contropartita nel prossimo futuro cedole piu’ sostanziose rispetto ai 164 mln complessivi dell’ultimo triennio. Non potrebbe essere diversamente, conclude il quotidiano, perche’ l’Ente senese sta infatti giocando le sue ultime carte per mantenere il controllo sul Monte, cosi’ come vogliono le istituzioni locali di riferimento, Comune e Provincia in primis. E a Siena l’ipotesi di perdere la maggioranza non e’ neppure proponibile, soprattutto alla vigilia delle elezioni per il nuovo sindaco. Peraltro sono molti a chiedersi a Siena se “sia giusto e conveniente lasciare quest’ultima occasione di rilancio della banca nelle mani di chi l’ha guidata fino ad oggi sull’orlo del tracollo”.