I mercati non hanno fiducia nel sistema Italia
di Red
SIENA. Il commento di Borsa del lunedì è semplicemente un catastrofico bollettino di guerra. Eppure la manovra del governo era stata approvata velocemente. Per Goldman e Sachs è il governo a non avere più credito. Il plauso gaudente del sistema bancario europeo aveva accompagnato l’ottima riuscita degli stress test, in cui peraltro diversi autorevoli commentatori indipendenti avevano trovato qualche superficialità. Una buona considerazione dalle agenzie di rating aveva preparato la giornata odierna assieme a ottime notizie di stampa (vedi Affari e Finanza di Repubblica di lunedì) che consideravano quasi concluso il calvario del titolo MPS, più che quello di altre istituzioni bancarie italiane. La banca senese si sta dimostrando forte, affidabile, di gran futuro: si tratta con il ministero di Via XX Settembre della restituzione dei Tremonti Bond con i 160 milioni di interessi risparmiati, ossigeno per la semestrale. Ma la risposta è il nuovo minimo storico del titolo, che mai era caduto così in basso: -7,22% a euro 0,4603, la peggior performance di tutti i titoli bancari del listino milanese.
Si voleva spostare l’attenzione sul mercato spagnolo, ma Madrid (-1,09% mentre Milano ha fatto -3,06%) ha contenuto le perdite, la battaglia dei mercati ha infuriato a Piazza Affari. La forbice tra Btp e Bund tedeschi che si allarga a 335 punti sembra essere la risposta negativa della speculazione, a un tasso superiore al 6%: il governo Berlusconi non riscuote la fiducia di nessun operatore finanziario, la stretta fiscale per ridurre il disavanzo di bilancio non è credibile, il sostegno della maggioranza in Parlamento è giudicato aleatorio. Eppure basterebbe un tratto di penna su due iniziative di spesa inutili come la TAV Torino-Lione e il Ponte di Messina dal valore di 40 miliardi di euro. La manovra finanziaria di Tremonti avrebbe un successo assicurato già con effetti nel primo periodo 2011-2012, così importante per la riuscita del pareggio dei conti pubblici. E senza aspettare il passo indietro della politica su abolizione dei privilegi e delle province. E non c’è più tempo per attendismi fuori luogo, visto che il tasso del 7% è considerato il limite ultimo di sostenibilità del titolo di Stato per un paese dell’Eurozona.
Le indecisioni di Casa Bianca e Repubblicani, che possono causare l’improbabile default statunitense, hanno spinto al ribasso anche Wall Street. Domani si comincerà senza i dati di Tokyo, chiusa per ferie. Ma il titolo MPS, quando si soffre, soffre più degli altri, quando si sale, sale meno. Non è che come il paese Italia Rocca Salimbeni soffre presso gli investitori di scarsa considerazione verso la propria governance? E’ vero che l’anno prossimo si dovrebbe rinnovare le cariche sociali, partendo dalla Fondazione. Ma già a detta di tutti gli analisti l’aumento di capitale è partito con almeno due mesi di ritardo per trovarsi completamente immerso nel marasma del ribasso, invece di svolgersi in acque più tranquille come accaduto al precedente aumento di capitale di Banca Intesa. Sarebbe il caso di anticipare, cercando volti e competenze nuove, magari indipendenti da un certo condizionamento politico, scelte che andranno comunque fatte e prendere atto che una stagione, che ha distrutto la Fondazione e il “sistema Siena” con prebende ed erogazioni, è definitivamente tramontata. Scopriremo come le altre città riescono a vivere decorosamente, E a svilupparci senza l’ombrello di “babbo Monte”, se ne saremo capaci.
Un atto di coraggio che è mancato: la Fondazione che scende al 30 per cento, senza rincorrere un aumento di capitale che non può sostenere senza ritrovarsi ai minimi termini. Almeno una delle due poteva essere salva. Così, invece abbiamo due istituzioni importantissime per la città che arrancano. E chissà che altro potrà succedere…
(Foto di Corrado De Serio)