I Giovani Democratici plaudono la riforma dei tirocini extracurriculari della Regione Toscana
TOSCANA. “Due anni fa abbiamo iniziato a parlare della proposta di riforma grazie ai Giovani Democratici di Livorno e Prato – affermano i Giovani Democratici della Toscana – poi il lavoro è proseguito insieme a NIdiL CGIL ed è stato accolto successivamente dall’Assessora Nardini. Nell’ottica di una più incisiva riforma nazionale, dovevamo intervenire in Toscana dettando regole più giuste e orientando risorse pubbliche. Il nostro lavoro ha spinto le istituzioni a schierarsi dalla parte dei giovani, siamo soddisfatti. Con questa riforma si migliorano davvero le condizioni della nostra generazione. Sui tirocini abbiamo vinto noi giovani”. Così commentano i Giovani Democratici della Toscana.
“La riforma presentata dall’Assessora Nardini ci ha convinto rispetto alla nostra proposta- continua il Segretario, Filippo Giomini – perché interviene contro l’uso distorto di questo strumento per ottenere manodopera, spesso giovanile, a basso costo. Era fondamentale vincolare l’erogazione del contributo pubblico all’assunzione. Per i giovani adesso possiamo aspettarci più probabilità di convertire il tirocinio in rapporto di lavoro e in ogni caso un compenso aumentato e più controlli. Il nuovo bando, che sarà pubblicato nelle prossime settimane, e le nuove linee guida prevedono infatti che il compenso per il tirocinante passi da 500 a 600 euro, aumentando il contributo pubblico da 300 a 400 euro. Ma, con i nuovi indirizzi, il contributo è subordinato alla stipula, entro 30 giorni dal termine del tirocinio, di un contratto a tempo indeterminato, a tempo determinato di almeno 12 mesi, oppure di apprendistato professionalizzante o duale. Era pure importante attribuire all’impresa un ruolo più marcato nella formazione e infatti è stato introdotto il “digital badge”, tesserino digitale che al termine del tirocinio conterrà attraverso metadati tutte le informazioni sulle esperienze fatte e le abilità acquisite, permettendo di esibire successivamente il bagaglio di conoscenze accumulate”.
“La Toscana è da sempre terra di diritti e doveri reciproci – commenta Giomini. La narrazione dei “giovani fannulloni” è smentita dai dati mentre l’idea che siamo abituati a “troppi diritti e pochi doveri” non può valere in un solo senso. Le parti contrattualmente più forti devono essere chiamate ad un maggiore sforzo nel rendere la nostra una terra di opportunità, dove immaginare il proprio futuro e poter rimanere, oppure tornare. Vogliamo costruire una terra dei beni comuni, come il sapere che si trasmette fra le generazioni. Una terra della fiducia fra le persone nella prospettiva di costruire insieme una regione accessibile a tutti i giovani. Per farlo serve una chiara linea progressista e democratica: in questa direzione, che percorriamo nel rappresentare la nostra generazione, abbiamo incontrato l’impegno della Regione”.