MPS non sembra coinvolta dagli artifici contabili sui titoli di stato greci
Di Red.
SIENA. La cattiva performance dell’asta dei titoli di stato spagnoli ha dettato ai mercati una giornata di giovedì debole con la vendita corposa dei titoli industriali. Poi, magicamente, le buone notizie macroeconomiche dagli Stati Uniti hanno dato il via a un rialzo interessante, che ha portato il Ftse Mib a chiudere con +0,69%. Incredibile come la situazione sia talmente emotiva da spostare con facilità i segni rosso e blu in questi giorni. Contrastati i bancari, con il titolo MPS in ribasso -0,82% a euro 0,4255. Da lunedì escono quotidianamente uno a uno i rapporti delle semestrali delle aziende del gruppo, oggi è toccato a Mps Capital Services, che ha fatto un buon risultato operativo netto a/a di circa 132 milioni con un aumento del 69,7%. C’era scritto nella semestrale generale di venerdì scorso, ma forse si spera in un “repetita iuvant” per i mercati. Ai quali il dato non ha fatto né caldo né freddo, e l’azione di Rocca Salimbeni scivola sempre più in basso, forse condannata negativamente dall’inscalabilità che la posizione di maggioranza della Fondazione garantisce.
Ma consoliamoci con le brutte notizie in arrivo. Venerdì passato dal Fmi per bocca di Trichet e di Cristhine Lagarde era arrivato l’allarme per la necessità delle banche europee di ricapitalizzazione. Oggi JP Morgan e Financial Times mettono in guardia dai fasulli bilanci di molte banche che avrebbero creato un artificio contabile chiamato “mark-to-model” per dare una valutazione legale ma non obiettiva ai titoli di stato greci detenuti nel proprio portafoglio per trasformare perdite in utili. Conivolte tra l’altro Deutsche Bank, quella che ha azzerato il proprio portafoglio di titoli italiani, che avrebbe così trasformato una perdita di 400 milioni di euro in un utile di oltre 430. Sarebbero molte le banche coinvolte, tra cui le italiane Unicredit, Intesa,e Carige e la francese SocGen. MPS, che risulta avere in portafoglio appena 570 milioni di euro di titoli di Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda, non risulta interessata al problema. Attenzione anche allo spread Bund-BTp decennali che è arrivato a 313 punti: l’azione della Bce sui titoli di stato italiani sembra contraddittoria e si rischia molta confusione. Nella serata di ieri il Dow Jones ha chiuso in perdita, trascinando nella notte l’indice della borsa di Tokyo in giù: è forte la paura che i dati odierni possano dimostrare che gli Stati Uniti siano di fatto in recessione. La Casa Bianca ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita per quest’anno: le piccole e medie imprese sono in difficoltà e non assumono. Goldman Sachs prevede che la Cina rallenterà il suo sviluppo e le banche europee, peggio di come aveva preconizzato il direttore Fmi Lagarde, dovranno essere ricapitalizzate per mille miliardi di dollari complessivi. Fosse vero in parte il rapporto della banca d’affari, lo scenario è bruttissimo. Si fa presente che sta crollando, come all’epoca del fallimento Lehmann Brothers, il tasso di fiducia tra le banche: ogni istituto di credito ha paura a prestare soldi ai suoi colleghi. Pessimi segnali per un pessimo inizio di settembre. Vediamo cosa succede oggi: le conseguenze costringeranno governi, Fmi e Fed a un difficile weekend per agire prima della riapertura del lunedì, che potrebbe essere infausta.