Un tempo appiattiti sulle posizioni della banca oggi inneggiano alle scelte fatte dalla presidente della Fondazione Mps
SIENA. Certi esponenti politici non esitano a riallinearsi, dietro l’opinione della maggioranza, come bandiere al vento; con stucchevoli giravolte sono capaci di rinnegare anche quello che hanno detto fino al giorno prima. E’ quella generazione di politici che non sbaglia mai.
Ritengo che un bravo politico debba avere il coraggio di assumersi le responsabilità, ma anche l’umiltà di ammettere gli errori.
Mai mi sarei aspettato di vedere, nella folla di coloro che hanno plaudito alla recente operazione della Fondazione MPS, il segretario del PD Alessandro Mugnaioli e il capogruppo Carolina Persi; due capisaldi della corrente ceccuzziana, fedelissimi dell’ex sindaco. Questo solo per la memoria di averli visti, qualche mese fa, contrastare decisamente le posizioni intraprese dalla presidente della Fondazione Antonella Mansi. Meglio avrebbero fatto, oggi, se fossero stati zitti o, perlomeno, avessero riconosciuto di essersi sbagliati nelle valutazioni politiche.
Le persone di normale memoria si ricordano bene la contestazione di Mugnaioli verso le scelte sui nomi dei deputati della Fondazione. “La città è delusa dalle scelte del Sindaco Valentini, che ha nominato persone non ritenute di alto spessore” inveiva sulle pagine dei giornali ad agosto dello scorso anno.
E cosa dire delle posizioni del capogruppo PD in consiglio Comunale Persi, durante i dibattiti nei tre consigli tenutisi tra luglio e dicembre. Quando si faceva cassa di risonanza alle posizioni del management della Banca, secondo cui – se non si fosse concretizzato l’aumento di capitale a dicembre – la Banca sarebbe caduta sicuramente in un baratro; gli stress test dell’EBA ci avrebbero inchiodati; il pool dei garanti si sarebbe tirato indietro ed i mercati avrebbero svalutato il titolo. Quanti veleni sono stati distribuiti contro la scelta della Mansi di non votare la proposta del CDA di Piazza Salimbeni. Abbiamo visto minacciare dimissioni ed anche presentarle. Si sono messi al lavoro i legali della Banca contro il maggior proprietario della società.
Quando si è fatto più deciso il braccio di ferro tra Profumo e la Mansi, Persi e Mugnaioli tifavano per il presidente della Banca. La capogruppo del PD sottoscrisse da sola il documento per il consiglio comunale del 19 dicembre, raccogliendo la contestazione dei suoi alleati di maggioranza, che le rimproveravano, appunto, di essersi troppo appiattita verso le posizioni della Banca.
Tante minacce di sventure che non si sono avverate. I mercati, all’indomani dell’assemblea di fine dicembre, hanno dato ragione alla Fondazione. Tra l’altro l’andamento dello spread, rappresenta per BMPS, che ha in pancia un ragguardevole portafoglio di titoli di stato, una condizione di patrimonializzazione più solida.
Oggi chi ha osteggiato il lavoro della Fondazione dovrebbe cospargersi la testa di cenere e ammettere di aver sbagliato, invece di lanciarsi in nebulosi proclami cerchiobottisti, resi nel solito politichese stantio o, peggio ancora, tentare di far credere che l’operazione di vendita della Fondazione sia solo un colpo di fortuna. Per fortuna i senesi sono in grado di capire!
Luciano Cortonesi
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