"Come su altri aspetti cruciali, Per Siena copre la mancanza di visione"
SIENA. In Consiglio comunale si è deciso di nominare una commissione, per decidere sul futuro assetto del Santa Maria della Scala. Tra le opzioni ci sarà sicuramente anche la proposta del gruppo Per Siena, ovvero la trasformazione in una Fondazione di partecipazione, strumento che unisce i benefici della fondazione tradizionale alle agevolazioni di cui gode il Terzo settore. Al momento sembra di essere una delle alternative più convincenti. In attesa di un impegno formale a valutarla, il gruppo Per Siena ha ritirato la mozione su questo progetto.
«Ancora una volta – afferma Pierluigi Piccini – ha prevalso il nostro senso di responsabilità. Potevamo aspettare le scelte dell’Amministrazione per poi criticarle, abbiamo preferito la strada di una proposta lungimirante, coprendo il vuoto di idee e progetti della Maggioranza». All’assenza di una visione sulla città ha cercato di supplire il movimento Per Siena, facendo proposte come quella sul Palio come bene immateriale riconosciuto dal Ministero e sulla Fondazione immobiliare, approvate in Consiglio comunale.
«Ci interessa poco accampare dei meriti – aggiunge Piccini – vale più l’interesse generale. Portiamo avanti tante proposte, da soli o con le altre forze di opposizione, come la battaglia contraria alla statalizzazione del personale delle scuole materne. Siamo la lista più votata, intendiamo onorare il nostro civismo lavorando per il bene comune. Certo è che, mentre avanziamo proposte ambiziose per lo sviluppo della città, i progetti della maggioranza si riducono alla ruota girevole».
Tornando al Santa Maria della Scala, una commissione valuterà la trasformazione in in uno strumento utile a coinvolgere soggetti pubblici e privati raccogliendo energie, risorse ed esigenze sul territorio e in ambiti più allargati. Al contempo, essendo una struttura “fondazionale”, assicurerebbe la stabile destinazione allo scopo del patrimonio. Di solito viene utilizzata per combinare il pubblico ed il privato nei settori ad elevato impatto culturale e sociale. Il Santa Maria della Scala potrebbe assumere la qualifica di impresa sociale e, quindi, anche di ente del terzo settore, beneficiando di strumenti di finanza agevolata, avrebbe forme di protezione per i lavoratori dipendenti e la possibilità di accedere a notevoli vantaggi fiscali e di sostegno economico.
La fondazione di partecipazione, che nasce per superare alcuni limiti del modello tradizionale di fondazione, prevede una pluralità di fondatori che possono partecipare alle scelte di gestione. L’ente è organizzato secondo un modello misto che, nella conformazione più elementare, è composto dall’assemblea e dal consiglio di amministrazione. È possibile diversificare il peso decisionale dei singoli partecipanti, si può prevedere una formazione progressiva del patrimonio, o una stabile destinazione del patrimonio allo scopo della fondazione. Lo scopo rimane, comunque, indisponibile da parte dell’assemblea. Nella prassi c’è un livello a valenza “istituzionale” (che può essere articolato su più organi), cui partecipano i fondatori e gli altri partecipanti, con funzione di definizione delle linee guida dell’azione volta al perseguimento dello scopo, e un altro livello a valenza gestionale ed esecutiva dei piani programmatici decisi dal primo.