L'esponente del Fli commenta la proposta avanzata dal presidente del Siena, Mezzaroma
SIENA. Dopo le dichiarazioni del presidente del Siena Massimo Mezzaroma sulla possibile realizzazione di un nuovo stadio la politica senese si è espressa proponendo diverse alternative per la risoluzione del problema. Un problema vecchio di anni.
“Mi pare ci sia un pò di confusione sulla questione dello Stadio e le dichiarazioni che Ceccuzzi ha rilasciato in merito farebbero suggerire una cura di fosforo per rimediare all’amnesia che sembra averlo colpito. Con quale leggerezza e poca coerenza Ceccuzzi e la sua coalizione stanno trattando un tema così delicato?”. Queste le parole di Agostino Milani, consigliere comunale uscente ed esponente del Fli.
“E’ bene rinfrescargli un pò la memoria – prosegue Milani – Il metodo che ha caratterizzato in questi anni la programmazione urbanistica nel Comune di Siena, ricalca appieno la “cultura” politica a cui Ceccuzzi si ispira, quella del “a fra’, che te serve?”. Non fare lo stadio ad isola d’Arbia,vuol dire il fallimento totale del piano strutturale e del Regolamento urbanistico che faceva di questa ipotesi l’asse dello spostamento a sud dei pesi urbanistici della città”.
Milani passa poi all’analisi della proposta avanzata dal presidente Mezzaroma.
“Non si fa programmazione con la sommatoria degli interessi e l’idea di Mezzaroma crea non pochi problemi. Primo. Cosa pensano di risolvere con lo spostamento dello stadio di trecento metri? Secondo. Una tale collocazione dovrebbe necessariamente prevedere la ristrutturazione complessiva della zona intorno al distretto militare: una questione non da poco”.
“A Ceccuzzi che di fronte a questa idea è riuscito solo a dire “Faccia la proposta”, non resta che fare un bell’applauso per la battuta – ironizza l’esponente di Fli – . Ceccuzzi, ancora una volta, non ha perso l’occasione per mostrare ad una intera città che non ha la misura della sua reale impreparazione nel campo amministrativo. A Ceccuzzi sfugge che per valutare una tale proposta prima c’è da ripensare tutto lo sviluppo urbanistico di Siena e fare una variante generale capace di posizionare il nostro territorio per le sfide dei prossimi venti anni. Il Regolamento urbanistico votato anche per volontà del candidato sindaco del PD è nato morto”.