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SIENA. Il PD senese ha una visione non corretta sul risultato del referendum costituzionale di domenica. Spostare l’attenzione dalla schiacciante bocciatura della pasticciata riforma presentata dal presidente del Consiglio, al risultato che il SI ha ottenuto a Siena e porlo in chiave amministrativa, è sintomo che qualcosa non sia stato compreso.
La sonora bocciatura della riforma Renzi/Boschi, deve essere vista e considerata come tale e non altro, e la sfiducia verso un esecutivo la si pone con una mozione e il presidente del Consiglio deve dimettersi per una sfiducia parlamentare ancorché la debacle referendaria sia stata di enormi proporzioni. Porre il quesito referendario come ha fatto il presidente del Consiglio, personalizzandolo è quanto di più istituzionalmente e politicamente scorretto con tutto ciò che ne consegue. Utilizzare la Costituzione per imporre una propria linea politica con la quale spaccare il Paese, ha portato a un risultato nefasto per il Presidente del Consiglio e per l’Italia tutta. Un’Italia martoriata dal punto di vista sociale ed economico.
Un presidente del Consiglio, capace e responsabile in presenza di un contesto economico recessivo come il nostro, con tanti italiani in difficoltà, doveva tenere coeso il proprio partito, essere punto aggregante del maggior numero possibile di forze politiche, e insieme affrontare le emergenze contingenti e le necessarie e utili riforme costituzionali, legge elettorale compreso.
Renzi non doveva spendersi inutilmente per mesi e mesi insieme ai propri ministri, a favore del referendum costituzionale, noncurante degli auspici dei padri costituenti di un Governo assente dai banchi della discussione, e doveva dedicarsi a risolvere i numerosi problemi degli italiani.
Non quelli che vivono all’esterno, ma quelli che in Italia non arrivano a fine mese o quegli imprenditori con le proprie aziende in difficoltà o affrontare l’enorme problema -fuori controllo- delle migrazioni dilaganti con i connessi disagi sociali e problemi di sicurezza oppure affrontare con politiche adeguate la disoccupazione giovanile. E molto altro ancora.
Adesso ci troviamo con questi problemi irrisolti e con una crisi di Governo le cui responsabilità hanno un solo nome e cognome, Matteo Renzi.
Questo dovrebbe insegnare il NO alla riforma costituzionale e non la vittoria del fronte del SI, in ottica politico-amministrativa, come hanno fatto i Democratici senesi. Renzi ha voluto giocare a braccio di ferro con gli italiani utilizzando la Costituzione. A Siena dobbiamo frenare gli entusiasmi di coloro che si permettono di giocare il proprio ruolo politico e partitico, strumentalizzando l’esito referendario a danno del futuro della città.
Pietro Staderini – Sena Civitas