Una dichiarazione di Laura Vigni
SIENA. Il comunicato congiunto dei due responsabili dei comitati comunali per Renzi e per Bersani, che esplicita senza mezzi termini l’attacco verso il gruppo di Monaci che si sarebbe messo proditoriamente contro il PD dopo averne condiviso tutte le scelte, forse voleva dare l’impressione di un partito compatto contro un nemico interno, ma ottiene l’effetto contrario: ha il tono di una baruffa da cortile in cui le comari si offendono senza riguardo, gridando ai quattro venti tutte le magagne, come si fa quando finisce un amore e ci si senti traditi. Insomma un penoso volar di stracci, una raffigurazione desolante del deterioramento del PD senese, che non è più capace di esprimere una politica positiva per la città.
Da qui discende il fiorire di liste civiche (non ancora finito), che sembrano unite soprattutto contro il PD ed i suoi alleati, indicati come responsabili della crisi della Banca e della Fondazione, dell’Università e del commissariamento del Comune. Dietro molte di queste aggregazioni ci possono essere interessi e aspirazioni non condivisibili, ma certamente esprimono una volontà di partecipazione per tanto tempo compressa.
Roberto Barzanti, in un articolo comparso sabato sul Corriere Fiorentino, afferma in maniera molto documentata che tutti i partiti, i sindacati e le associazioni – di destra, di sinistra, di centro legati dal famoso groviglio armonioso – approvarono nel 2007 l’acquisto di Antonveneta. A parte qualche omissione (gli interessati si premuniranno di smentire), questo vorrebbe dire che tutti somo responsabili nella stessa misura, quindi “tutti colpevoli uguale tutti innocenti”.
Il suo intento forse era di sollecitare il dibattito politico a smetterla con le recriminazioni reciproche, ma la questione fondamentale è che così facendo l’esperienza disastrosa di questi anni finirebbe per non insegnarci niente: i responsabili fanno qualche formale e leggera ammissione di colpa, si attribuisce tutto alla crisi mondiale, e poi si va avanti come se niente fosse successo, secondo il principio “chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato”. In questo modo come possiamo evitare che i guasti commessi non si ripetano?
Bisogna chiarire ed affermare con forza che non è la politica in sé che è stata troppo invadente sulla banca e su tutta la città, ma la cattivissima politica, quella fatta di arrivismi, di ambizioni personali sfrenate, di avidità, di corruttela, di scambi di favori, di carriere folgoranti di noti incompetenti basate sul servilismo, di cumuli di cariche, di controllo dell’opinione pubblica attraverso un’informazione condizionata dal ricatto economico, ecc.
E questa politica l’hanno diretta il PD e gli alleati di centro sinistra. Lo dico con rammarico, perché a quella parte politica ho aderito per tanto tempo, ma non ho potuto restarvi proprio quando la nascita del PD delineava l’abbandono dell’anima berlingueriana.
La nostra città ora ha bisogno di un grande rinnovamento che sia in primo luogo morale, quindi bisogna guardare avanti, perché al governo della città vadano persone oneste e competenti capaci di risollevarla dalle difficoltà materiali e dallo scoramento che ha preso tanti nostri concittadini. Non si tratta di spirito di rivalsa, ma solo di ripristinare un coerente indirizzo di sinistra ed un corretto spirito civico democratico dopo tanti anni di manipolazioni.
Da qui discende il fiorire di liste civiche (non ancora finito), che sembrano unite soprattutto contro il PD ed i suoi alleati, indicati come responsabili della crisi della Banca e della Fondazione, dell’Università e del commissariamento del Comune. Dietro molte di queste aggregazioni ci possono essere interessi e aspirazioni non condivisibili, ma certamente esprimono una volontà di partecipazione per tanto tempo compressa.
Roberto Barzanti, in un articolo comparso sabato sul Corriere Fiorentino, afferma in maniera molto documentata che tutti i partiti, i sindacati e le associazioni – di destra, di sinistra, di centro legati dal famoso groviglio armonioso – approvarono nel 2007 l’acquisto di Antonveneta. A parte qualche omissione (gli interessati si premuniranno di smentire), questo vorrebbe dire che tutti somo responsabili nella stessa misura, quindi “tutti colpevoli uguale tutti innocenti”.
Il suo intento forse era di sollecitare il dibattito politico a smetterla con le recriminazioni reciproche, ma la questione fondamentale è che così facendo l’esperienza disastrosa di questi anni finirebbe per non insegnarci niente: i responsabili fanno qualche formale e leggera ammissione di colpa, si attribuisce tutto alla crisi mondiale, e poi si va avanti come se niente fosse successo, secondo il principio “chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato”. In questo modo come possiamo evitare che i guasti commessi non si ripetano?
Bisogna chiarire ed affermare con forza che non è la politica in sé che è stata troppo invadente sulla banca e su tutta la città, ma la cattivissima politica, quella fatta di arrivismi, di ambizioni personali sfrenate, di avidità, di corruttela, di scambi di favori, di carriere folgoranti di noti incompetenti basate sul servilismo, di cumuli di cariche, di controllo dell’opinione pubblica attraverso un’informazione condizionata dal ricatto economico, ecc.
E questa politica l’hanno diretta il PD e gli alleati di centro sinistra. Lo dico con rammarico, perché a quella parte politica ho aderito per tanto tempo, ma non ho potuto restarvi proprio quando la nascita del PD delineava l’abbandono dell’anima berlingueriana.
La nostra città ora ha bisogno di un grande rinnovamento che sia in primo luogo morale, quindi bisogna guardare avanti, perché al governo della città vadano persone oneste e competenti capaci di risollevarla dalle difficoltà materiali e dallo scoramento che ha preso tanti nostri concittadini. Non si tratta di spirito di rivalsa, ma solo di ripristinare un coerente indirizzo di sinistra ed un corretto spirito civico democratico dopo tanti anni di manipolazioni.
Laura Vigni – CIrcolo Città Domani – Sinistra per Siena