Resta la priorità sulle indagini Antonvenetea e derivati
In attesa che dal buco nero del PD nazionale emergano formazioni politiche con identità più definite e magari con persone nuove capaci ed oneste in grado di depurare le nuove formazioni politiche dai feudatari che hanno imperversato per molti decenni, i cittadini senesi hanno, relativamente alla Banca, ancora qualche carta da giocare.
L’obiettivo, o meglio il tentativo consiste nell’impegno civile di un gran numero di cittadini che, insieme alle liste e ai movimenti politici locali più sensibili ed attenti al tema e soprattutto in grado di rappresentare una reale discontinuità con il passato, supportino gli organi inquirenti, attraverso anche il coinvolgimento dei media nazionali (quelli locali, salvo poche lodevoli eccezioni, è preferibile ignorarli a causa della scarsa obiettività ed autonomia che hanno da sempre dimostrato) affinché sia di nuovo posta come priorità l’indagine sulla acquisizione della Banca Antonveneta, in quanto rappresenta la vera causa della crisi del Gruppo. Gli altri rami di indagine sono importanti, ma sono la conseguenza del suddetto evento.
Abbiamo purtroppo la sensazione che in qualche modo si voglia distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dal nocciolo del problema. E’ invece essenziale far emergere le reali responsabilità soprattutto politiche rimuovendo quella cappa di silenzio che alcuni esponenti nazionali e locali vogliono mantenere su tale evento.
Possono sembrare affermazioni campate in aria anche perché in assenza di documenti, si può solo tentare una analisi dei fatti sin qui avvenuti e cercare di estrarne una lettura più logica possibile. Infatti se analizziamo i risultati delle indagini degli inquirenti si potrebbe giungere alla conclusione che tutta questa operazione, che è costata al Gruppo oltre 20 miliardi di euro (considerando anche le partite in sofferenza di Antonveneta) sia frutto della strategia di alcuni manager della Banca in preda a manie di protagonismo.
Francamente ciò non è credibile, la torta è così grande, l’impegno finanziario così imponente, ben oltre le capacità di cui il Gruppo MPS disponeva per portare a termine l’operazione. Si può pensare anche all’intervento di qualche furbetto (cosiddetti uomini di affari), ma le dimensioni sono così rilevanti che non è pensabile che si sia potuto effettuare una operazione di tali dimensioni senza l’intervento di importanti esponenti della politica nazionale e senza l’assenso degli organi di vigilanza. A mio avviso è su questo punto che occorre riportare l’attenzione e pretendere che vengano fornite delle risposte.
Tra le infinite domande che ci vengono in mente riterremmo utile ad esempio che venissero fornite risposte ai seguenti quesiti: Mussari ha agito da solo? Come mai Mancini afferma che è venuto a conoscenza dell’acquisizione dopo che la stessa era stata conclusa? E perché fa una simile affermazione se poi immediatamente dopo, pur a fronte di un comportamento anomalo dei vertici della Banca, fornisce il consenso formale da parte della Fondazione? Senza l’assenso della Fondazione, Mussari disponeva solo di 459 milioni di euro di liquidità: chi ha collaborato per raccogliere l’ingente somma per portare a termine l’operazione? Qual’è stato il ruolo di J.P.Morgan? Su quali tavoli politici è stata presa la decisione? Quali studi legali hanno collaborato? Chi erano i revisori della Banca al momento della acquisizione di Antonveneta? Chi ha fatto le verifiche sulla correttezza di tale operazione in Banca d’Italia e alla Consob? Chi ha nominato questi uomini? Quali legami ci sono tra alcuni revisori dei conti della Banca e alcuni grandi partiti nazionali?
Se spostiamo poi l’attenzione sull’azione dell’attuale management della Banca dobbiamo chiederci a quali finalità corrisponda l’esigenza di aumento del capitale di 1 miliardo di euro. Speriamo di sbagliarci ma crediamo che questo sia finalizzato a far entrare a prezzi di realizzo altri investitori. Con questo percorso si potrebbe coprire il misfatto, magari aiutati da qualche decorrenza dei termini e sicuramente da una casta di potere nazionale che continua a perpetuarsi nonostante la drammatica situazione economica Italiana. Peraltro la storia italiana è costellata di episodi simili, anche se di dimensioni meno importanti rispetti al caso Monte dei Paschi, come lo scandalo Sicilcasse, quello del Banco Ambrosiano, tanto per citare i primi che ci vengono in mente.
Come cittadini senesi e come ex dipendente della Banca riteniamo inaccettabile che si possa verificare un tale scenario e riteniamo altresì che sia un dovere morale ed etico di tutti impegnarsi attivamente perché ciò non accada.
Pertanto finché non verrà fatta chiarezza e verranno accertate tutte le responsabilità, a qualunque livello si trovino, sia a livello locale che a livello nazionale non si dovrà procedere a nessuna azione che modifichi l’attuale assetto proprietario della Banca. Infatti l’esigenza di un aumento di capitale di 1 miliardo, a nostro avviso, si giustifica solo con l’obiettivo di ridurre la quota di partecipazione della Fondazione.
Per il raggiungimento degli obiettivi di rilancio della Banca, della conseguente salvaguardia dei posti di lavoro e di almeno una parte della quota di partecipazione della Fondazione, obiettivi che in troppi, purtroppo, ritengono ormai irraggiungibili é bene che ciascuno di noi abbia chiaro chi oggi a Siena rappresenta la vera discontinuità con la passata gestione da chi con modalità più o meno furbe e con improvvisi quanto drastici ravvedimenti lo dichiara solamente.
In molte liste ci sono troppi riciclati che non sono credibili per una seria strategia di rinnovamento, essenziale per la rinascita della città. Crediamo pertanto che ogni persona debba fare una analisi onesta e impietosa dei comportamenti dei diversi soggetti politici e trarne le conseguenze. Queste elezioni comunali non sono come quelle a cui abbiamo assistito nel corso di diversi decenni, ma segnano una linea di confine tra la fine di un periodo di sostanziale benessere per la città ed un futuro incerto e denso di problemi da risolvere e per questo motivo che rivestono una importanza epocale. E’ fondamentale che i senesi ne siano consapevoli.
Sergio Burrini, candidato della lista “Sinistra per Siena”
Laura Vigni, candidata Sindaco