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SIENA. Diversi avvenimenti delle ultime settimane impongono una riflessione sul futuro della Fondazione Monte dei Paschi, cui vogliamo dare il nostro contributo come Circolo “Città Domani” che esprime il gruppo consiliare “Sinistra per Siena”.
Di fatto assistiamo ad una situazione in cui le più importanti istituzioni cittadine, Comune e Fondazione MPS, anziché concertare le proprie azioni, si ignorano o addirittura si contrappongono. La responsabilità principale di questa situazione va ricercata all’origine, cioè nei vecchi criteri spartitori con cui il sindaco ha designato i membri della Deputazione, sempre riferiti agli equilibri politici e non alla competenza, alla dedizione agli interessi comuni ed alla professionalità. Così la Fondazione continua a chiedere (e pagare profumatamente) consulenze esterne per le iniziative finanziarie da adottare, mentre dovrebbe esserci sia personale interno adeguatamente competente, che membri della Deputazione Amministratrice capaci di giudicare e scegliere con cognizioni adeguate.
I dati di bilancio del 2014 parlano da soli: il già indebolito patrimonio della Fondazione (679 milioni di Euro a fine 2013) risulta ulteriormente ridotto a circa 523 milioni di Euro; il disavanzo è di 30 milioni di Euro. II Presidente percepisce un compenso annuo di €. 75.000, il Vice Presidente di 28.000, i membri della Deputazione Amministratrice 25.000; i membri della Deputazione Generale €. 1.200 a seduta (come ai tempi d’oro). Il personale composto di 31 unità oltre 10 distaccati, è costato nel 2014 poco più di 3 milioni di Euro, mentre i consulenti e collaboratori esterni 1.6 milioni di Euro.
La situazione appare insostenibile, e assurda l’intenzione della Deputazione di distribuire utili (per modo di dire!) per erogazioni a progetti di terzi, utilizzando il Fondo di stabilizzazione. Questo fondo è basato sui bilanci della Banca che il Tribunale di Milano e quello di Siena hanno dichiarato essere falsi: quindi verrebbe di fatto ulteriormente intaccato il patrimonio solo per continuare a sovvenzionare aree di consenso politico.
Diventa poi sempre più urgente riflettere sul fatto se il pesante ridimensionamento delle attività della Fondazione, oltre ad imporre una forte diminuzione di personale dipendente, non richieda anche una riduzione numerica e della spesa per gli organi statutari, quali la Deputazione Generale e Amministratrice.
Già in passato Sinistra per Siena aveva chiesto invano che questo incarico fosse svolto gratuitamente, perché si tratta di un servizio alla città in un momento difficile. Non è accettabile che per la sopravvivenza della struttura della Fondazione, si vada a consumare patrimonio: su questa strada si andrà alla estinzione naturale, con un danno gravissimo per la comunità che vedrebbe dissipato un bene che il presidente Clarich e i membri delle Deputazioni dovrebbero per Statuto tutelare a vantaggio della città.
D’altro canto, considerato che il presidente Clarich ha più volte espresso apprezzamento e fiducia nei confronti degli amministratori della Banca Monte Paschi Siena spa, perché non valuta l’opportunità di investire nuovamente in azioni della stessa? Alle quotazioni di borsa attuali, investendo solo parte della liquidità di cui dispone, la Fondazione potrebbe tornare ad essere il primo azionista della Banca stessa e divenire realmente polo aggregante, in particolare per gli azionisti minori, anziché stipulare patti di sindacato con Fondi di investimento sui quali è quantomeno legittimo il dubbio che abbiano a cuore gli interessi della collettività senese.
Diversamente cessi da esternazioni incoerenti e dagli inutili incontri, solo di facciata con i componenti la società civile, volti ad individuare progetti da sostenere: prima di pensare a distribuire quella poca ricchezza oggi rimasta, occorre avere le capacità per produrla e per avviare un percorso di ricostruzione di un patrimonio in grado di produrla. Se pensa di avere tali capacità le dimostri, lui e gli altri membri delle Deputazioni, altrimenti si dimettano e lascino fare a soggetti legati a Siena in possesso di tali capacità e della volontà di avviare un percorso virtuoso, magari rinunciando, in tutto o in larga misura, ai compenso propri della carica.
Se invece si preferisce conservare un ruolo marginale della partecipazione bancaria (ad oggi la Fondazione detiene l’1,49% della Banca Monte dei Paschi) potrebbe essere presa in considerazione anche la eventualità di un cambio della natura della Fondazione stessa.
Queste sono scelte doverose ed importanti che competono certo alla Deputazione Amministratrice, ma che devono essere discusse nella città e con la città, a cominciare dal Consiglio Comunale che la rappresenta, formando un indirizzo comune che sia concordemente affermato anche nelle sedi nazionali a cui spetta assumere le decisioni definitive. Comunque è indispensabile che ci si renda conto della necessità di un profondo cambio di rotta e di uscire dalle vecchie logiche spartitorie, le cui conseguenze esiziali la città ha già sperimentato sulla sua pelle.
Circolo Città Domani – Sinistra per Siena