Invito a tutti i candidati a sottoscrivere punti condivisi
SIENA. Se consideriamo il civismo come “il riuscire ad attivare la sensibilità di ogni cittadino verso le esigenze della propria comunità”, ogni volta che qualcuno si indigna per una questione attinente alla nostra Città, la missione civica che abbiamo intrapreso può dirsi già compiuta; tuttavia l’indignazione civica deve essere tale da evolvere in volontà di cambiamento, altrimenti parliamo solo di una “ipotetica volontà” che deve ancora perfezionarsi.
Viviamo comunque tempi strani. Tempi in cui, chiunque, al di là degli interessi che palesemente rappresenta o che vuole andare a rappresentare, si sente di dichiarare – senza pudore alcuno – non solo di essere civico, ma di esserlo in modo assoluto addirittura fino ad arrivare a rivendicare una sorta primato asserendo di fatto di essere “il più civico!”
Su questo piano, però, non dobbiamo avere alcun timore. Anzi sotto certi aspetti è proprio auspicabile che la campagna elettorale Comunale divenga una vera e propria “Gara di Civismo”.
L’importante è stare attenti al “doping”, perché il civismo se “mascherato” diviene la peggior forma di cinismo verso la Città; e senza dubbio è tale ogni pratica asservita a far sì che interessi distanti (nazionali e/o regionali) restino o giungano al governo della Città a banchettare con i miseri avanzi dei pasti pregressi.
Piuttosto che perdere tempo in “sfide civiche” parrebbe più utile però, individuare degli specifici temi civici condivisi che rappresentino una comune linea di resilienza nell’interesse della Città. Così, al di là di vinti e vincitori, questi temi trovebbero comunque attuazione e l’interesse cittadino verrebbe comunque in esistenza.
Ad esempio, sarebbe auspicabile che tutti i candidati:
– sottoscrivessero una comune richiesta a tutti i parlamentari in pectore che andranno a rappresentare il territorio chiedendo che questi si facciano promotori in parlamento di una nuova Legge per Siena (perché è impensabile mantenere intatto il nostro paesaggio e centro storico senza contributi ora che non ci sono più quelli di MPS e FMPS).
– sottoscrivessero una sorta di “protocollo”, un profilo dei candidati per le nomine in FMPS, in modo tale che indipendentemente da chi li nomini (attuale o futura amministrazione) non sia un mero esercizio di occupazione di parte del potere, ma si tenga realmente conto degli interessi della Città quanto meno in termini di competenza e legame al territorio.
– che tutti i candidati sottoscrivessero un impegno atto ad impedire la tendenza a delocalizzare a livello regionale tutte le realtà locali, ivi ricomprese quelle con specifico interesse a rimanere locali. In particolare, dato che abbiamo un territorio molto ampio ed una densità abitativa molto bassa, in materia di regionalizzazione dei rifiuti per non rischiare di divenire la “terra dei fuochi” Toscana dobbiamo spendersi perché la gestione dei rifiuti che ora riguarda Siena, Arezzo e Grosseto rimanga tale.
– che tutti i candidati sottoscrivessero un impegno a spendersi per far rimanere nel nostro territorio le aziende che qui sono nate (MPS, ESTRA…) o che nel nostro territorio abbiamo portato i loro stabilimenti (GSK…).
– che ogni candidato si impegni a sollecitare, perseguire e far intraprendere ogni azione tesa al recupero dei denari della FMPS (3,8 mld di €) sperperati per acquistare azioni della banca ormai non più dei Senesi (ora dello stato al 68%) confidando su un valore nominale falsato da bilanci non veritieri;
Così facendo, indipendentemente da colui o dalla coalizione che risulterà essere vincitore, qualche interesse oggettivamente civico della Città potrà essere comunque raggiunto al di là delle dichiarazioni di facciata.
Del resto basta volgere lo sguardo verso le elezioni nazionali dove tutti quei partiti, distanti anni luce dal perseguire il minimo interesse civico locale, hanno deliberatamente scelto di non dare la possibilità ad alcun senese di rappresentare il proprio territorio, non considerando nessuno di noi degno e preferendo affidarsi a “commissari della nostra pelle”.
Per tutto questo oltre che basito, subisco come tutti voi ogni tentazione verso il disinteresse politico fino a pensare di arrivare a non esercitare i miei diritti di cittadino. Fortunatamente però, lo sgomento è pari alla consapevolezza che così facendo, altri (per primi i peggiori) si approprieranno del mio consenso per fini loro a me alieni.
Pertanto, a marzo si dovrà trascurare l’indignazione per scegliere il male minore accontentandosi di non dare deleghe in bianco a nessuno, ma a maggio si dovrà respingere e combattere ogni “colonizzatore di interessi”, specie se biecamente “mascherato di un civismo di comodo”.