FNS CISL Toscana contesta la scelta del governo
TOSCANA. Che il Governo Renzi voglia decidere cosa cambiare o non cambiare in Italia, senza ascoltare nessuno e ritenendo superfluo il confronto con le Rappresentanze Sindacali dei Lavoratori, è cosa ormai nota.
E’ strano vedere che lo stesso Governo dica ad Imprenditori come gestire tante vertenze aziendali, chiedendo ai “datori di lavoro” di aprire tavoli e confrontarsi, ma quando poi il “datore di lavoro” è lui – come nel caso di dipendenti dello Stato – decide tutto per legge senza trattare. Qualcosa non torna! E’ di questi giorni infatti l’ipotesi prospettata dal Governo di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato, trasferendo Funzioni, Competenze, Personale, Strumenti, Mezzi e quanto esistente in un altro Corpo di Polizia, la Polizia di Stato. Una operazione difficile da fare, complessa non solo organizzativamente ma anche in termini giuridici, amministrativi, tecnici, oltre che strategici nel tipo della specifica attività che è demandata al CFS.
C’è poi la contraddizione politica tra il dire ed il fare. Infatti da un lato si emanano direttive di legge per semplificare e ridurre i controlli alle aziende della filiera agroalimentare, tornati con il prospettato riordino del Titolo V della Costituzione alla competenza esclusiva dello Stato, ma contestualmente si sopprime il CFS demandato a tali compiti istituzionali. Trasferendo il CFS al Ministero dell’Interno (nella Polizia di Stato) si complica il sistema che vedeva interagire il Corpo Forestale con l’ICQRF (Ispettorato Centrale Tutela, Qualità e Repressione Frodi nel campo agroalimentare) che dipende dal Ministero delle Politiche Agricole, lasciando inoltre inalterate tutte le altre sovrapposizioni che esistono già oggi con Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, AASSLL, Istituti zooprofilattici etctera etctera. Serve poi considerare che le indicazioni Comunitarie per la tutela e la repressione degli illeciti ambientali vedono oggi in Italia il Corpo Forestale dello Stato quale Organo con il maggior numero di accertamenti, secondo violazioni a leggi di competenza regionale e forte del solido rapporto di collaborazione tra il CFS e le Autonomie Locali.
L’ipotesi di Riforma che il Governo prospetta, secondo la FNS CISL, porterebbe a sancire la fine di un moderno modello di governance tra Stato e Regioni che in questi anni ha portato, anche nella nostra regione, importanti risultati. Ad esempio uno degli aspetti ignorati è quello di cui alla legge 353 del 2000, in materia di incendi boschivi, che in Toscana ha visto la Regione ed il CFS stipulare Convenzioni per il coinvolgimento delle Popolazioni con le Squadre del Volontariato organizzato e professionale, tanto che molti risultati ottenuti (anche in attività di Protezione Civile) sono giudicati a livello nazionale degni di essere sperimentati in altre regioni d’Italia. Particolarmente in questo campo, quello della Protezione Civile, con la scelta che propone il Governo nella soppressione del CFS ci pare si voglia puntare ad un ruolo di emergenza assistenza, più che a mantenere con i Comandi del CFS il presidio del territorio nell’azione di prevenzione per il dissesto idrogeologico e la vigilanza antincendi boschivi (la Toscana è la regione con la più ampia superficie boschiva e di foreste d’Italia).
L’ipotesi di Soppressione rischia anche di veder fallire tutto un modello organizzativo delle attività di contrasto nazionale ed internazionale su merci di ogni tipo (piante, animali, legnami, prodotti alimentari e agricoli, etc etc) che oggi il CFS attua a tutela dei Cittadini, ma anche del Fisco Italiano, con collaborazioni dirette insieme a Ministero dell’Ambiente, Agenzia delle Dogane, Ministero per il Commercio, Mini stero degli Esteri, ma anche con gli Enti Parchi Nazionali e con quelli di Aree Protette nazionali.
Potremmo ancora illustrare aspetti di assoluta peculiarità delle attività svolte dal Corpo Forestale dello Stato, come quella delle attività investigative nel campo della gestione dei rifiuti, o in quella degli scarti industriali e chimici. Siamo però certi che le Istituzioni di questo nostro Paese, ad ogni livello, conosco bene l’inopportunità di volersi privare di una Specialità dello Stato così importante.
Se, infine, consideriamo che la spesa totale dello Stato per la gestione del Corpo Forestale è pari al 3% rispetto a tutto il Comparto Sicurezza (mezzo miliardo di euro rispetto ai 15 miliardi circa per PS, CC, GdF e Pol Pen) sarà chiaro a Tutti che i risparmi ipotizzati con questa operazione dal Governo sono risibili, rispetto a quanto invece è possibile fare con una concreta lotta agli sprechi ed una diversa gestione di aspetti organizzativi tra i diversi Corpi dello Stato, unificando ad esempio la gestione degli acquisti, delle spese per formazione, delle sale operative, delle modalità di reclutamento del Personale.
Per tutto ciò chiediamo al Governo Renzi ed a Tutti i Parlamentari di “cambiare verso”, questa volta sì, ma riguardo ad una direzione sbagliata che è stata intrapresa.
E’ strano vedere che lo stesso Governo dica ad Imprenditori come gestire tante vertenze aziendali, chiedendo ai “datori di lavoro” di aprire tavoli e confrontarsi, ma quando poi il “datore di lavoro” è lui – come nel caso di dipendenti dello Stato – decide tutto per legge senza trattare. Qualcosa non torna! E’ di questi giorni infatti l’ipotesi prospettata dal Governo di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato, trasferendo Funzioni, Competenze, Personale, Strumenti, Mezzi e quanto esistente in un altro Corpo di Polizia, la Polizia di Stato. Una operazione difficile da fare, complessa non solo organizzativamente ma anche in termini giuridici, amministrativi, tecnici, oltre che strategici nel tipo della specifica attività che è demandata al CFS.
C’è poi la contraddizione politica tra il dire ed il fare. Infatti da un lato si emanano direttive di legge per semplificare e ridurre i controlli alle aziende della filiera agroalimentare, tornati con il prospettato riordino del Titolo V della Costituzione alla competenza esclusiva dello Stato, ma contestualmente si sopprime il CFS demandato a tali compiti istituzionali. Trasferendo il CFS al Ministero dell’Interno (nella Polizia di Stato) si complica il sistema che vedeva interagire il Corpo Forestale con l’ICQRF (Ispettorato Centrale Tutela, Qualità e Repressione Frodi nel campo agroalimentare) che dipende dal Ministero delle Politiche Agricole, lasciando inoltre inalterate tutte le altre sovrapposizioni che esistono già oggi con Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, AASSLL, Istituti zooprofilattici etctera etctera. Serve poi considerare che le indicazioni Comunitarie per la tutela e la repressione degli illeciti ambientali vedono oggi in Italia il Corpo Forestale dello Stato quale Organo con il maggior numero di accertamenti, secondo violazioni a leggi di competenza regionale e forte del solido rapporto di collaborazione tra il CFS e le Autonomie Locali.
L’ipotesi di Riforma che il Governo prospetta, secondo la FNS CISL, porterebbe a sancire la fine di un moderno modello di governance tra Stato e Regioni che in questi anni ha portato, anche nella nostra regione, importanti risultati. Ad esempio uno degli aspetti ignorati è quello di cui alla legge 353 del 2000, in materia di incendi boschivi, che in Toscana ha visto la Regione ed il CFS stipulare Convenzioni per il coinvolgimento delle Popolazioni con le Squadre del Volontariato organizzato e professionale, tanto che molti risultati ottenuti (anche in attività di Protezione Civile) sono giudicati a livello nazionale degni di essere sperimentati in altre regioni d’Italia. Particolarmente in questo campo, quello della Protezione Civile, con la scelta che propone il Governo nella soppressione del CFS ci pare si voglia puntare ad un ruolo di emergenza assistenza, più che a mantenere con i Comandi del CFS il presidio del territorio nell’azione di prevenzione per il dissesto idrogeologico e la vigilanza antincendi boschivi (la Toscana è la regione con la più ampia superficie boschiva e di foreste d’Italia).
L’ipotesi di Soppressione rischia anche di veder fallire tutto un modello organizzativo delle attività di contrasto nazionale ed internazionale su merci di ogni tipo (piante, animali, legnami, prodotti alimentari e agricoli, etc etc) che oggi il CFS attua a tutela dei Cittadini, ma anche del Fisco Italiano, con collaborazioni dirette insieme a Ministero dell’Ambiente, Agenzia delle Dogane, Ministero per il Commercio, Mini stero degli Esteri, ma anche con gli Enti Parchi Nazionali e con quelli di Aree Protette nazionali.
Potremmo ancora illustrare aspetti di assoluta peculiarità delle attività svolte dal Corpo Forestale dello Stato, come quella delle attività investigative nel campo della gestione dei rifiuti, o in quella degli scarti industriali e chimici. Siamo però certi che le Istituzioni di questo nostro Paese, ad ogni livello, conosco bene l’inopportunità di volersi privare di una Specialità dello Stato così importante.
Se, infine, consideriamo che la spesa totale dello Stato per la gestione del Corpo Forestale è pari al 3% rispetto a tutto il Comparto Sicurezza (mezzo miliardo di euro rispetto ai 15 miliardi circa per PS, CC, GdF e Pol Pen) sarà chiaro a Tutti che i risparmi ipotizzati con questa operazione dal Governo sono risibili, rispetto a quanto invece è possibile fare con una concreta lotta agli sprechi ed una diversa gestione di aspetti organizzativi tra i diversi Corpi dello Stato, unificando ad esempio la gestione degli acquisti, delle spese per formazione, delle sale operative, delle modalità di reclutamento del Personale.
Per tutto ciò chiediamo al Governo Renzi ed a Tutti i Parlamentari di “cambiare verso”, questa volta sì, ma riguardo ad una direzione sbagliata che è stata intrapresa.
Il Segretario Generale FNS CISL Toscana