"Osservando i comportamenti più generali di questa giunta, si avverte una casuale benevolenza nei confronti degli amici e dei sostenitori politici, e un atteggiamento oppressivo nei confronti degli altri"

SIENA – L’ordinanza di chiusura nei confronti di Cacio e Pere, il locale degli “aperitivi musicali” ha il sapore dell’atto punitivo nei confronti di chi fa solo il proprio lavoro con regolari permessi, rilasciati dal Comune di Siena. Sembra che la regolarità sia più regolare in alcuni casi e meno in altri. Basterebbe rendersi conto della giungla nel rilascio dei permessi di occupazione di suolo pubblico; sarebbe ora che l’amministrazione comunale intervenisse con un apposito regolamento per fare in modo che il metro sia uguale per tutti: di cento centimetri. E gli autorizzati siano messi in condizione di lavorare con gli stessi mezzi. Così come nel caso di iniziative dirette del Comune nel settore della ristorazione, gli eventuali operatori devono essere scelti su base oggettiva, con apposita selezione competitiva. Tutti gli operatori senesi hanno il diritto di lavorare. Ormai alcuni atti fanno pensare che esistano trattamenti diversi: come è noto, a pensar male si fa peccato, si sa, ma spesso ci si azzecca. E osservando i comportamenti più generali di questa giunta, si avverte una casuale benevolenza nei confronti degli amici e dei sostenitori politici, e un atteggiamento oppressivo nei confronti degli altri. La sensazione è confermata dal rifiuto del sindaco e degli amministratori alla richiesta di incontro con i responsabili di Cacio e Pere, che chiedevano di trovare insieme una soluzione per i presunti rumori notturni. È inconcepibile che un’amministrazione pubblica, che dovrebbe tutelare e agevolare tutti i cittadini, assuma questo atteggiamento “padronale”, come se avesse a che fare con dei sudditi e non con dei cittadini. Tutto ciò ci rimanda alla manzoniana teoria del “sopire e troncare, padre molto reverendo, troncare e sopire” che nei Promessi sposi il conte-zio suggerisce al provinciale dei cappuccini per zittire fra’ Cristoforo. Quel colloquio è preceduto da un lauto pranzo con “alcuni clienti legati al personaggio per una servitù di tutta la vita; i quali, cominciando dalla minestra a dir di sì, con la bocca, con gli occhi, con gli orecchi, con la testa, con tutto il corpo, con tutta l’anima, alle frutte v’avevan ridotto un uomo a non ricordarsi più come si facesse a dir di no”. Ce ne sono tanti di personaggi così. Ma ci sarà qualcuno, capace di ritrovare la dignità di una reazione? Hanno fatto bene i ragazzi a ribellarsi, a dire il proprio “no”.
Il movimento Per Siena è con loro per i contenuti della protesta e per l’uso personalistico dell’Istituzione Comune da parte di questa maggioranza.