E la richiesta alla magistratura di accelerare le indagini
SIENA. L’accordo siglato da alcune organizzazioni sindacali dei lavoratori del Monte dei Paschi, con l’eccezione della Fisac Cgil ed altri, conferma le nostre preoccupazioni più volte espresse circa la scelta della direzione della Banca di far pagare ai lavoratori le conseguenze di una politica disastrosa.
In particolare la decisione di esternalizzare 1.110 dipendenti, mediante la cessione ad un soggetto ancora non identificato del ramo d’azienda relativo ad alcune attività amministrative, contabili e ausiliarie, rappresenta un salto nel buio, anche per la generica disponibilità a tutelare i lavoratori in caso di crisi dell’acquirente.
Anche l’uscita di altri 1.000 dipendenti da qui al dicembre 2017 sarà assicurata mediante l’utilizzo di un fondo obbligatorio di sostegno al reddito, interamente finanziato dai lavoratori.
Discutibile appare anche il ridimensionamento del contratto integrativo aziendale, che poteva essere condivisibile nel quadro di una equa ripartizione dei sacrifici, ma così attuato servirà solo a creare un sistema di incentivazioni discrezionali.
Perciò voglio manifestare a nome mio personale e di tutti i gruppi politici e i movimenti che mi sostengono, la piena solidarietà ai lavoratori che vengono così fortemente penalizzati con la precarizzazione, mentre non sono messi in discussione i compensi dei manager di più alto livello nemmeno a fronte di risultati negativi.
E’ evidente che la presidenza della Banca non intende garantirne la ripresa attraverso scelte limpide, un piano industriale di vero rilancio che valorizzi le tante professionalità presenti nell’azienda riproponendo la tradizionale attività creditizia a supporto delle imprese del territorio e delle famiglie, ma preferisce puntare sulla vendita di prodotti finanziari poco affidabili, la rivendita di prodotti assicurativi di altre imprese, e una contrazione dei costi del personale ottenuta attraverso la mortificazione dei propri dipendenti e la compromissione del tradizionale rapporto di fiducia con la clientela.
Ma soprattutto non è pensabile imporre tagli e sacrifici ai lavoratori ed all’intero tessuto economico di Siena, senza fare prima di tutto chiarezza sulle responsabilità politiche e manageriali relative all’acquisizione di Banca Antonveneta, sollecitando l’intervento degli organi di vigilanza e la più rapida conclusione delle indagini della magistratura.
Laura Vigni . candidata sindaco di Sinistra per Siena