Il candidato interviene sul tema della viabilità e dei trasporti in Toscana

SIENA. FERROVIE: è necessario tornare ad investire seriamente nel trasporto su rotaia, far viaggiare le merci non solo su gomma ma anche per ferrovia. Ciò ridurrà le emissioni e risponderà alle istanze ambientali e di economia sostenibile che devono essere al centro dell’agenda politica. Non solo il trasporto merci ma anche il servizio di trasporto passeggeri sia nella linea Siena-Firenze sia nella linea Siena-Grosseto deve essere potenziato. In particolare la linea ferroviaria Siena-Firenze deve essere ammodernata: non basta il raddoppio di soli 10 dei 63 km della tratta, bisogna fare di più e anticipare l’inizio dei lavori prima del 2022. La Regione, che in questi anni ha investito sul ferro, deve farsi sentire e rappresentare le istanze dei lavoratori e quelle ambientali che riguardano tutti i cittadini con Merci Italia Retail. Per quanto riguarda le stazioni vogliamo che almeno in quelle capoluogo di Provincia vi sia un presidio h24 delle Forze di Polizia per garantire la sicurezza di viaggiatori e turisti oltre a un presidio fisso per l’assistenza sanitaria di primo soccorso con personale infermieristico.
STRADE: COMPLETARE LA VARIANTE MONTERONI D’ARBIA-MONSINDOLI: lo scenario che si presenta allo stato attuale è ancora quello di una grande “cattedrale nel deserto”, con decine di piloni di cemento armato abbandonati per chilometri nella campagna”.“Grazie a questa situazione oggi come dieci anni fa gli automobilisti sopportano code snervanti per quella che doveva essere un’opera finalizzata proprio a far decongestionare il traffico dalla Cassia. Di seguito ripercorriamo brevemente l’iter che ha portato all’attuale nulla di fatto.
Per i lavori, iniziati nel 2010/2011 e accompagnati da roboanti comunicati di Bezzini e Ceccobao all’epoca rispettivamente Presidente della Provincia di Siena e Assessore regionale ai Trasporti, sono stati stanziati 35 milioni di euro, di cui 25 sostenuti dalla Regione Toscana, 9 dai fondi CIPE, 1 dalla Provincia di Siena: l’appalto è stato aggiudicato ad un raggruppamento di imprese di Perugia, Terni e Macerata. Nel corso degli anni la proprietà è passata dall’Anas alla Regione Toscana che ne ha delegato alcune competenze alla Provincia di Siena.
A distanza di tre anni, nel 2014, i lavori sono stati interrotti a causa della risoluzione del contratto con la ditta e della vertenza giudiziaria che ne è derivata. La Provincia pertanto ha suddiviso l’intervento di completamento in due lotti, ossia il tronco 1, verso nord e il tronco 2 verso Monteroni d’Arbia a sud, per il quale la Regione Toscana ha stanziato ancora 10 milioni di euro.
Nel 2015 il presidente della Provincia Nepi e il sindaco di Monteroni d’Arbia Berni hanno effettuato un sopralluogo sui manufatti e sui piloni già installati, comunicando l’assegnazione dei lavori entro la fine dell’autunno 2016. Sempre nel 2016 è arrivata la nomina del commissario ad acta e quindi ulteriori fondi stanziati dalla Regione Toscana, nel 2017.
Ebbene ad oggi, nel 2020, nonostante i ripetuti finanziamenti, le promesse elettorali e di ripresa dei lavori, i contenziosi giudiziari e i vari “scarica-barile” tra enti, la situazione di fatto è desolante: laddove un tempo si poteva osservare il letto del fiume Arbia scorrere nella variopinta vallata, oggi giacciono decine e decine di scheletri di piloni di cemento, delle transenne, delle inferriate, nonché ristagnanti “paludi” di acqua piovana lurida e maleodorante che si formano nei fori dei manufatti di cemento armato.
In attesa di nuove notizie è ad ogni modo auspicabile che la Magistratura apra comunque una inchiesta sulla vicenda, in particolare sulle modalità di svolgimento delle gare di appalto, sugli interessi che vi sono sottesi, oltre a verificare la configurabilità di un danno paesaggistico e/o ambientale imputabile agli amministratori che a tutti i livelli hanno gestito, nelle rispettive competenze, l’iter dell’opera. Ciò al fine di accertare se interessi privati abbiano prevalso sul bene comune”.
GUERRA AI “MOSTRI ECOLOGICI”: La Toscana e in particolare la provincia di Siena, godono di un panorama invidiato in tutto il mondo. Ogni anno milioni di turisti transitano per le strade toscane fotografando e ammirando gli impareggiabili scorci pittoreschi. Purtroppo ci sono ancora delle situazioni degradanti e inaccettabili rappresentate da numerosi casi di opere industriali e infrastrutturali abbandonate da decenni o non completate, soprattutto in Val d’Arbia. Penso al caso della torre ex Idit a Isola d’Arbia che giace lì dagli anni ’60 dello scorso secolo (vergogna nazionale), alle decine di piloni di cemento armato abbandonati lungo quella che dovrebbe essere la variante Monteroni d’Arbia Monsindoli (altra vergogna targata PD), penso alla Grancia di Cuna ingabbiata dalle impalcature di una ristrutturazione ferma da anni grazie agli incompetenti sindaci di Monteroni d’Arbia. Cosa ha fatto la sinistra in questi anni? Assolutamente niente, ha lasciato marcire milioni di quintali di ferro e cemento con conseguente deturpamento del territorio. Noi pensiamo che laddove le opere siano recuperabili le stesse possano essere riconvertite ad altri usi tramite ristrutturazione e adeguamento alle attuali norme, mentre laddove le stesse siano irrecuperabili vadano distrutte. E’ in gioco non solo la bellezza, ma anche la sicurezza e la salubrità del nostro territorio. Non possiamo continuare a lasciare il panorama più bello del mondo nelle mani di amministratori regionali e locali incompetenti e disinteressati alla tematica del paesaggio e dell’ambiente.
Nicola Sisi
Candidato per Toscana Civica – Siena –