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SIENA. Sul fatto che l’acquisto di Antonveneta sia stato esiziale per il Monte dei Paschi, ci sono oramai ben pochi dubbi. Siccome la banca era governata dall’allegro trio Ceccuzzi-Mussari-Mancini (CMM), non meraviglia che questa questione costituisca uno dei tanti nervi scoperti del PD senese.
Due recenti uscite del Pd locale e nazionale sembrano in toto confermare questa impressione: un articolo sul gazzettino senese e la querela che Sposetti ex-tesoriere DS ha presentato in pompa magna contro un articolo del Cittadino online dove si sosteneva la tesi che l’affaire Antonveneta sia tanto oscuro e strano (si fa per dire) che non è da escludersi che fosse motivato più da interessi privati che da interessi pubblici.
L’articolo del gazzettino era abbastanza banale: riproponendo i giudizi positivi che quasi tutti gli osservatori, anche di molti di quelli piuttosto critici oggi, fecero allora sull’acquisizione di Antonveneta, vuole da una parte sottolineare l’incoerenza di qualcuno e dall’altra dire che in fondo se erano sbagliato tutti. E quindi non è colpa di nessuno ma del destino cinico e baro (la crisi). Un trio pericoloso ma intellettualmente modesto come CMM non può che avere corifei modesti, ovviamente. L’argomentazione è del tutto triviale, infatti.
L’acquisto di Antonveneta sembrava un buon idea perché avrebbe permesso al Monte di raggiungere una dimensione simile ai suoi principali competitors nazionali ed esteri. Ma la valutazione sulla convenienza dipende dalle condizioni di un investimento: acquistare un nuovo macchinario può essere redditizio se lo compri a 4 ma rappresenta una fregatura se lo compri a 20. Chi commentò l’acquisto di Antonveneta allora, non conosceva il prezzo e le condizioni d’acquisto, cose note invece al trio CMM.
L’osservatore esterno dava forse ingenuamente per scontato che fosse stata pagato un prezzo onesto. Ma purtroppo non fu così: l’acquisto fu una fregatura. Se sia stato fatto per dabbenaggine o per malaffare lo stabilirà, speriamo, la magistratura.
La querela presentata contro il cittadino on line è invece molto più seria e grave. Più che difendere la “moralità” dell’attuale Pd e dell’allora DS essa ha uno scopo eminentemente intimidatorio. Sanno che sulla questione morale e sulla situazione del monte si giocherà gran parte della campagna elettorale e vogliono che non se ne parli. Già controllano quasi tutta la stampa ufficiale: in questa che sarà la più difficile campagna elettorale che condurranno vogliono mettere il bavaglio anche all’informazione on line che fra mille contraddizioni e difficoltà tentava di dare a voce anche alle persone per bene.
E’ questo il vero scopo della querela: avvertire le poche voci indipendenti che chi tocca quest’argomento muore. E quindi meglio che in campagna elettorale parliate di come curare le aree verdi della città.
E invece no. La questione Monte/Antonveneta è e deve restare una delle questioni centrali della campagna elettorale: sia perché rappresenta un caso emblematico di cattiva politica, sia perché il futuro di Siena non può prescindere dalla chiusura dei conti con il passato.
Circolo Città Domani – Sinistra per Siena
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