Proposto un dibattito pubblico sul rapporto fra politica e banca e fra politica e città
SIENA. Da Sinistra per Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Quando i vertici del PD cittadino hanno chiesto un incontro al nostro gruppo di Sinistra per Siena abbiamo per un momento sperato che la crisi drammatica avesse messo in moto quelle energie positive e creato “quella discontinuità di comportamento” necessaria. Abbiamo tristemente capito di esserci sbagliati e il recente intervento di Fulvio Mancuso, dirigente cittadino del PD, conferma purtroppo l’impressione che avemmo la sera dell’incontro.
Come insegna la migliore tradizione popolare spesso le crisi, ancor più quelle drammatiche, possono dare origine a cambiamenti positivi riuscendo a mobilitare energie fino ad allora inespresse e determinando quel cambio di passo e quel radicale mutamento di strategia che rendono possibile uscire in positivo dal momento critico. In questo caso le crisi diventano un occasione di crescita e di cambiamento che rendono individui e comunità più forti e maggiormente capaci di affrontare i futuri momenti difficili.
Necessario presupposto perché ciò avvenga è che le ragioni che hanno determinato la crisi vengano chiaramente capite, comprese e affrontate. Nel caso delle comunità, non basta un generico richiamo alla coesione interna e all’unità, occorre stimolare un dibattito reale e aperto sulle cause della crisi e in particolare sui motivi che hanno reso la comunità più debole e più permeabile all’attacco esterno. Altrimenti il richiamo all’unità e alla coesione diventa nel miglior dei casi un richiamo squisitamente retorico, nel peggiore, uno strumento propagandistico per coprire i veri responsabili della crisi.
La crisi del Monte e della fondazione non dipende solo dalla avversa congiuntura economica internazionale (che ovviamente ha giocato un ruolo importante) o dalla scarse capacità manageriali dei vertici della fondazione e della banca, o dalle smanie megalomani del suo presidente. La crisi del Monte e della fondazione che è peraltro l’immagine e lo specchio della crisi dell’intera città sono il risultato di un sistema di potere che ha umiliato le professionalità e le capacità migliori in questa città premiando solo la mediocrità di chi si piegava alle regole della gioco del gruppo dominante. E’ sufficiente vedere le nomine in fondazione e nei vari CdA del Monte e delle sue controllate per rendersi conto di quanto ciò sia vero. E’ sufficiente leggere i nomi di chi potrebbe sostituire il Mussari per capire che il sistema della politica non vuole mollare la presa sul Monte.
Questo sistema di potere ha indebolito la nostra comunità in tutti i settori e in tutti i campi ingessando il tessuto civile, isolando le voci critiche e premiando le persone e i gruppi politici che partecipavano alla spartizione. Se non si affronta questo aspetto dalla crisi non si può uscire più forti di prima. Se non si affronta questo tema non si capiscono le ragioni che hanno portato alla crisi e tutto il dibattito diventa solo un operazione gattopardesca che vuole rottamare persone per salvare il sistema.
Noi di Sinistra per Siena facciamo qui ed ora una proposta a tutte le forze che si richiamano al centro-sinistra e in particolare al partito di maggioranza. Perché non organizziamo insieme un dibattito pubblico sul tema del rapporto fra politica e banca, fra politica e città? Organizziamo una bella serata, in una sala accogliente e torniamo a fare un confronto di merito, come quando “democratico” non era solo il nome di un partito ma il metodo vero con cui si affrontavano le questioni.
Noi siamo sicuri che la città e il popolo della sinistra ci sarebbero grate per aver trovato il modo di capire un po’ di più come stanno le cose della crisi epocale che Siena sta vivendo. Pensiamo che questo sia il metodo migliore per rendere vero e non retorico il richiamo all’unità della nostra comunità. Riteniamo che questo sia lo strumento principe per far sì che la drammatica crisi che stiamo vivendo sia anche una grande occasione di crescita e di rinnovamento.
Si attendono cordiali cenni di riscontro”.
“Quando i vertici del PD cittadino hanno chiesto un incontro al nostro gruppo di Sinistra per Siena abbiamo per un momento sperato che la crisi drammatica avesse messo in moto quelle energie positive e creato “quella discontinuità di comportamento” necessaria. Abbiamo tristemente capito di esserci sbagliati e il recente intervento di Fulvio Mancuso, dirigente cittadino del PD, conferma purtroppo l’impressione che avemmo la sera dell’incontro.
Come insegna la migliore tradizione popolare spesso le crisi, ancor più quelle drammatiche, possono dare origine a cambiamenti positivi riuscendo a mobilitare energie fino ad allora inespresse e determinando quel cambio di passo e quel radicale mutamento di strategia che rendono possibile uscire in positivo dal momento critico. In questo caso le crisi diventano un occasione di crescita e di cambiamento che rendono individui e comunità più forti e maggiormente capaci di affrontare i futuri momenti difficili.
Necessario presupposto perché ciò avvenga è che le ragioni che hanno determinato la crisi vengano chiaramente capite, comprese e affrontate. Nel caso delle comunità, non basta un generico richiamo alla coesione interna e all’unità, occorre stimolare un dibattito reale e aperto sulle cause della crisi e in particolare sui motivi che hanno reso la comunità più debole e più permeabile all’attacco esterno. Altrimenti il richiamo all’unità e alla coesione diventa nel miglior dei casi un richiamo squisitamente retorico, nel peggiore, uno strumento propagandistico per coprire i veri responsabili della crisi.
La crisi del Monte e della fondazione non dipende solo dalla avversa congiuntura economica internazionale (che ovviamente ha giocato un ruolo importante) o dalla scarse capacità manageriali dei vertici della fondazione e della banca, o dalle smanie megalomani del suo presidente. La crisi del Monte e della fondazione che è peraltro l’immagine e lo specchio della crisi dell’intera città sono il risultato di un sistema di potere che ha umiliato le professionalità e le capacità migliori in questa città premiando solo la mediocrità di chi si piegava alle regole della gioco del gruppo dominante. E’ sufficiente vedere le nomine in fondazione e nei vari CdA del Monte e delle sue controllate per rendersi conto di quanto ciò sia vero. E’ sufficiente leggere i nomi di chi potrebbe sostituire il Mussari per capire che il sistema della politica non vuole mollare la presa sul Monte.
Questo sistema di potere ha indebolito la nostra comunità in tutti i settori e in tutti i campi ingessando il tessuto civile, isolando le voci critiche e premiando le persone e i gruppi politici che partecipavano alla spartizione. Se non si affronta questo aspetto dalla crisi non si può uscire più forti di prima. Se non si affronta questo tema non si capiscono le ragioni che hanno portato alla crisi e tutto il dibattito diventa solo un operazione gattopardesca che vuole rottamare persone per salvare il sistema.
Noi di Sinistra per Siena facciamo qui ed ora una proposta a tutte le forze che si richiamano al centro-sinistra e in particolare al partito di maggioranza. Perché non organizziamo insieme un dibattito pubblico sul tema del rapporto fra politica e banca, fra politica e città? Organizziamo una bella serata, in una sala accogliente e torniamo a fare un confronto di merito, come quando “democratico” non era solo il nome di un partito ma il metodo vero con cui si affrontavano le questioni.
Noi siamo sicuri che la città e il popolo della sinistra ci sarebbero grate per aver trovato il modo di capire un po’ di più come stanno le cose della crisi epocale che Siena sta vivendo. Pensiamo che questo sia il metodo migliore per rendere vero e non retorico il richiamo all’unità della nostra comunità. Riteniamo che questo sia lo strumento principe per far sì che la drammatica crisi che stiamo vivendo sia anche una grande occasione di crescita e di rinnovamento.
Si attendono cordiali cenni di riscontro”.