ROMA. “L’articolo di Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera del 3 ottobre scorso avrebbe portato il Parlamento di qualsiasi Paese occidentale a chiedere un immediato chiarimento al presidente del Consiglio e al ministro dell’economia. La replica del professor Padoan sul Corriere non ha infatti risposto a nessuna delle questioni sollevate da De Bortoli”. Lo scrive Sinistra Italiana in una lettera aperta rivolta all’opinione pubblica, ai media, alle forze politiche e sociali, e ai gruppi parlamentari Giovanni Paglia (capogruppo comm.ne Finanze), Giulio Marcon (capogruppo comm.ne Bilancio), Nicola Fratoianni, Stefano Fassina e il capogruppo dei deputati Arturo Scotto.
In assenza di serie smentite – proseguono i deputati della sinistra – non può essere ritenuto normale che il presidente del Consiglio si incontri privatamente con il presidente di una banca d’affari estera per farsi dettare il comportamento da tenere nei confronti di uno dei principali istituti di credito nazionali. Né si può accettare che il ministro dell’economia alzi la cornetta per dettare le dimissioni di un amministratore delegato di una società quotata, anche se partecipata dal Tesoro, e imporre di fatto un sostituto gradito ad un soggetto terzo. Cosa ne pensano – insiste Sinistra Italiana – gli istituti di vigilanza, Consob e Bankitalia? Il piano di JP Morgan su Montepaschi è sempre stato contraddistinto da opacità estrema. Lo denunciammo già in agosto, quando Padoan venne alla Camera dei Deputati a raccontare favole a deputati di maggioranza desiderosi di ascoltarle. Non sono chiari gli impegni, i costi, l’esito. La sola certezza ad oggi sono il conflitto di interessi del professor Grilli e le commissioni che incasserà JP Morgan, nell’ordine delle centinaia di milioni, con cui il Governo ha comprato tempo, per non essere costretto a scelte difficili in piena campagna referendaria.
Un atteggiamento irresponsabile, perché come dimostra il caso delle quattro banche, il tempo aggrava i problemi, rendendo più costoso e problematico risolverli. Anche un’autorevole economista come Lucrezia Reichlin si stupiva dell’assenza di un grande dibattito pubblico sulle banche, in un momento di straordinaria evoluzione che rischia di compromettere la stabilità finanziaria del Paese e il suo ruolo nell’economia globale. Aveva e ha perfettamente ragione. I casi Montepaschi e Deutsche Bank dimostrano quanto siano “stupide” le regole europee che impediscono interventi pubblici a sostegno della fiducia dei risparmiatori e della continuità degli istituti. Avremmo bisogno di discuterne, di restituire alla politica il suo ruolo di regolatore e di garante dell’interesse generale. Assistiamo invece ad un susseguirsi di indiscrezioni e a decisioni improvvisate prese a tavola, fuori da qualsiasi regola e responsabilita’ istituzionale. Siamo solo noi a pensarla cosi o è possibile sperare – concludono i deputati – che il Parlamento abbia un sussulto di dignità e chieda al premier di essere presto in Aula per chiarire? Questa è la domanda che facciamo ormai da giorni, ricevendo il silenzio come esauriente risposta, la stessa che ha ricevuto una nostra interrogazione sull’argomento al ministro Padoan dello scorso 14 settembre”.