SIENA. Dal gruppo promotori di Sinisstra Italiana Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Le responsabilità di una crisi così grave in una banca che solo 15 anni fa era una delle più solide e capitalizzate di Europa andranno comprese anche attraverso le indagini accurate della Magistratura.
Sono comunque evidenti a tutti le scelte catastrofiche compiute dai manager nominati del Partito storico di maggioranza negli anni, dall’acquisto della Banca del Salento a quello dell’Antonveneta, dall’ingresso avventuroso nella “finanza creativa” alla distruzione quasi totale del patrimonio della Fondazione, dilapidato nel goffo tentativo di tappare i buchi..
Gli aiuti statali (Tremonti bond e Monti bond), i ripetuti aumenti di capitale poi erosi dalla speculazione, la chiusura di molte filiali ed i sacrifici rilevanti anche in termini salariali dei dipendenti non sono valsi a rimettere in sesto l’azienda, appesantita da una mole enorme di crediti difficilmente esigibili concessi a grandi operatori economici rimasti per adesso coperti dal segreto bancario e che invece vorremmo tanto conoscere.
La politica del governo sulle banche ha completato il quadro. Nonostante il disastro di circa un anno fa con il bail-in nella Popolare dell’Etruria e nelle altre 3 banche, ancora non risolto, una indifferenza difficilmente comprensibile da parte del governo Renzi ha lasciato che la speculazione ribassista divorasse in poche settimane più della metà del valore del titolo Mps. Fra le varie manovre opache o tardive del governo abbiamo assistito anche al cambiamento – si dice eterodiretto – dei vertici dell’istituto. Gli esiti di una gestione così poco oculata sono quelli che in questi drammatici giorni stiamo vivendo.
Dunque gravissime responsabilità politiche e dirigenziali, il cui costo viene interamente pagato dalla collettività, in primo luogo dal territorio, dai dipendenti, dai risparmiatori.
L’intervento statale è probabilmente ormai l’unica strada percorribile in grado di produrre i minori effetti sociali e finanziari possibili ma occorre continuare a perseguire con estrema cura chi ha la responsabilità dell’accaduto ed i destinatari non pubblicamente rivelati degli enormi finanziamenti (decine di miliardi di euro) non restituiti.
I posti di lavoro vanno salvaguardati ed i risparmiatori devono essere tutelati, così come l’articolo 47 della Costituzione (recentemente difesa da un attacco molto pericoloso) prevede”.