
SIENA. Da Simone Vigni riceviamo e pubblichiamo.
“Il tema che deve essere al centro del Congresso è quale dovrà essere il ruolo del Partito Democratico nel prossimo futuro, così interviene Simone Vigni, appena ricevuto l’incarico.
Al rischio di un dibattito che si concentri sulle qualità personali dei candidati dobbiamo contrapporre una discussione utile, che parli al Paese e a noi stessi. Non crediamo all’azione salvifica di un singolo leader: occorre assumersi una responsabilità diffusa, eleggere un gruppo dirigente plurale e leale per rilanciare il Partito, coinvolgere militanti ed elettori, offrire una prospettiva al Paese.
Il congresso, e tutte le sue discussioni, sono un bell’esempio da contrapporre alla visione del “partito azienda” o di quello etero diretto da strane simbiosi tra spettacolarizzazione e imprese di cui poco si conosce se non i soli nomi dei fondatori e dei prosecutori.
Stiamo attraversando una drammatica crisi di fiducia dei cittadini verso la politica. Tale crisi si evidenzia in particolare con la sensazione delle persone – in un mondo sempre più veloce – che la politica non sia più in grado di offrire risposte adeguate per affrontare tali cambiamenti. La risposta della destra e dei populisti è la chiusura, nuovi muri, il protezionismo e freni agli accordi commerciali. Ma nessuno pensi che una proposta culturale e di principio di “apertura” contrapposta alla chiusura sia sufficiente e convincente.
La proposta convincente dovrà essere supportata da fatti e comportamenti. Non bastano più buone ragioni, articoli di giornale, ancor meno energici post su Facebook. Le “aperture” devono funzionare attraverso la pratica di governo capace di tenere insieme libertà e protezioni, opportunità e fragilità, e, nello stesso tempo, una pratica politica che torni a valorizzare lo spirito e l’identità delle comunità come le forme del volontariato, dell’associazionismo, la volontà e la capacità dei cittadini di essere protagonisti.
Il Partito Democratico nasce con l’orgoglio di ereditare le grandi storie politiche popolari del Novecento che hanno fatto la Resistenza e costruito la Repubblica, e nasce con l’obbiettivo di sviluppare un pensiero nuovo per la sinistra del XXI secolo. Non vogliamo tornare indietro, vogliamo diventare fino in fondo il Partito Democratico. Questo significa un modo del tutto nuovo di essere partito oggi, per superare i limiti sempre più gravi della forma novecentesca e per organizzare di nuovo la partecipazione dei cittadini. Significa valorizzare il lavoro degli amministratori locali e insieme a questi costruire le politiche da portare avanti nelle diverse istituzioni. Significa affrontare il tema delle disuguaglianze, significa rilanciare il sogno di una integrazione europea per un’Europa della solidarietà e dei diritti, significa aggregare le giovani generazioni e appassionarle alla politica, significa promuovere la tutela ambientale, significa riscoprire un Partito che sappia unire e coinvolgere quanto di buono c’è nella società.
Abbiamo ragionato su come fosse meglio affrontare questa fase congressuale, mettendo in gioco le nostre bio-grafie e il nostro impegno per contribuire in modo utile agli obbiettivi in cui crediamo e della funzione storica che vogliamo collettivamente svolgere. Abbiamo deciso di sostenere al congresso Matteo Renzi e Maurizio Martina. In coerenza con il percorso di questi anni e andando oltre, riteniamo che questa sia la scelta giusta per un Partito Democratico che si presenti più forte alle elezioni nel 2018, rivendicando la faticosa azione di governo di questi anni e correggendo quello che non ha funzionato.
Intendo lavorare perché ci siano le condizioni migliori nei nostri circoli per lo svolgimento dei congressi e per questo fin da ieri sera, appena ricevuta la nomina, prosegue Vigni, abbiamo provveduto a convocare insieme a Stefano Scaramelli, che ha il coordinamento politico il tavolo di lavoro della città per definire da subito il programma della mozione Renzi con l’augurio di un buon congresso a tutto il Partito Democratico”.