Occorre creare quel rapporto di
SIENA. Marco Falorni parte dai cittadini, mentre Bruno Valentini riparte da Alberto Monaci e Alberto Brandani. Solo un nuovo dinamismo gestionale risolleverà le sorti della città.
La scelta di voto è sempre una scelta critica, almeno per chi è in grado di porsi criticamente di fronte ai cambiamenti economico-sociali che stiamo vivendo e che richiedono una messa in discussione.
La messa in discussione è, oggi, d’obbligo soprattutto per quanto riguarda il modus operandi della gestione di quasi tutte le istituzioni cittadine. Il livello di crisi economica complessivo della città è serio, ma non irreversibile. Soltanto coniugando un nuovo dinamismo gestionale in grado di far convergere la tenuta delle istituzioni pubbliche con le necessarie e legittime istanze di carattere privato nel settore commerciale, nella ricettività e promozione turistica, nel settore della cultura e nella valorizzazione e potenziamento della ricerca scientifica, sarà possibile recuperare quella credibilità istituzionale necessaria per riportare Siena ad un livello di competitività nazionale e internazionale.
Occorre dunque creare quel rapporto di “scambio alla pari” tra politica e società che finora a Siena è mancato, poiché il potere politico ha sovrastato, condizionato e spesso piegato ai propri bisogni l’iniziativa dei privati. L’investitura dei pubblici amministratori da parte del corpo sociale deve consistere in un dialogo continuo, che non cessi il giorno dopo le elezioni o addirittura prima.A questo riguardo credo necessario contestare un argomento che il candidato Valentini spesso adopera per rivendicare una propria maggiore legittimazione rispetto ai suoi avversari: cioè l’essere stato scelto dalle primarie. Le primarie ci sono state, ma è evidente come successivamente colui che le ha vinte innalzando la bandiera del cambiamento, abbia finito poi col ricoverarsi sotto l’ala protettrice proprio di quei poteri che hanno caratterizzato la cattiva politica artefice dell’attuale crisi senese. La differenza sostanziale tra la proposta di governo cittadino della lista Impegno per Siena con Marco Falorni candidato sindaco e il raggruppamento delle liste a sostegno dell’ex sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini, è semplice e di immediata comprensione: Marco Falorni “parte” dai cittadini dopo aver fatto una dura e trasparente opposizione; Bruno Valentini “riparte” da Alberto Monaci, dall’apparato ceccuzziano e da ciò che rimane dell’UDC di Brandani per riproporre logiche di gestione del potere obsolete e autoreferenziali.
Per creare a Siena un nuovo dinamismo gestionale, libero dai condizionamenti delle vecchie e fallimentari consorterie, è indispensabile portare avanti uomini del tutto estranei alle stesse. Sarà poi loro compito recuperare, con i dovuti adeguamenti tecnici, quella cultura di buon governo della macchina comunale, nello specifico della gestione dei bilanci, che deve essere basata sulla massima trasparenza e rigore amministrativo; tutto ciò anche attraverso un armonioso rapporto tra organi elettivi e dipendenti comunali. Solo in questo modo il Comune può tornare ad essere credibile e soprattutto aperto alle istanze dei cittadini, quali unici soggetti a cui l’attività di questa istituzione deve essere rivolta. Analogo atteggiamento gestionale deve essere adottato dal Comune in ordine alle nomine della Fondazione MPS, non più una scelta discussa e condivisa tra sindaco e segreteria del partito, ma tra sindaco e consiglio comunale quale unica espressione di democrazia cittadina. Diviene prioritario il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, culturali ed economici della città per evitare i disastri del passato, perché la dissipazione del patrimonio collettivo degli ultimi anni ci ha insegnato, con amare sorprese, che istituzioni nevralgiche per lo sviluppo della città devono essere gestite da figure dotate di indubbia professionalità e competenze e non certo da funzionari di partito.
Simona Capece
Candidato di Impegno per Siena al consiglio comunale