"il Comitato di candidatura dev'essere azzerato"
SIENA. Cominciano ad essere svelati i misteri della assoluta segretezza del bid-book di candidatura di Siena a Capitale della Cultura europea 2019. In forte e palese contrasto con la mozione unitaria di sostegno della candidatura approvata all’unanimità dal Consiglio comunale il 18 settembre u.s., il documento elaborato da Sacco & c. a pagina 69 mette in bella evidenza che in caso di vittoria lo sviluppo ed il management del progetto CEC sarebbe stato portato avanti da una nuova entità indipendente, una Fondazione chiamata ‘Siena 2019’.
La delibera di Consiglio, invece, prevedeva in caso di successo di affidare la gestione del progetto a un organismo pubblico che ne garantisse un’adeguata autonomia gestionale e ne rafforzasse l’efficacia attraverso il reclutamento di competenze locali e internazionali, secondo le regole del diritto pubblico. E’, quindi, inqualificabile il comportamento di chi, facendo parte a pieno titolo del Comitato promotore, ha sottaciuto al Consiglio comunale una scelta non in linea con la soluzione maturata per trovare un difficile punto di equilibrio tra le forze politiche. Ancor più deprecabili sono le affermazioni di voler perseguire, dopo la cogente sconfitta causata alla città, soluzioni diverse da quelle previste dal mandato consiliare anche per quello che concerne la gestione del Santa Maria della Scala.
Allo stesso tempo che idea si sarà fatta di noi la giuria internazionale nel leggere due documenti contenenti soluzioni contrastanti o, comunque, manifestamente diverse?
Siamo dell’idea che il Comitato di candidatura debba essere azzerato e che tutti i personaggi, più o meno datati, che hanno prodotto il risultato che è sotto gli occhi di tutti debbano farsi da parte così da permettere di liberare nuove e positive energie e competenze che la città possiede.
Tuttavia, se il contenuto del bid-book secretato, che a nostro parere contiene qualche idea buona ma anche una serie di banalità a dir poco offensive, è davvero condiviso dal sindaco, che questi abbia il coraggio di affidare al professor Sacco l’assessorato alla cultura attribuendogli formalmente i poteri per realizzare i progetti.
La delibera di Consiglio, invece, prevedeva in caso di successo di affidare la gestione del progetto a un organismo pubblico che ne garantisse un’adeguata autonomia gestionale e ne rafforzasse l’efficacia attraverso il reclutamento di competenze locali e internazionali, secondo le regole del diritto pubblico. E’, quindi, inqualificabile il comportamento di chi, facendo parte a pieno titolo del Comitato promotore, ha sottaciuto al Consiglio comunale una scelta non in linea con la soluzione maturata per trovare un difficile punto di equilibrio tra le forze politiche. Ancor più deprecabili sono le affermazioni di voler perseguire, dopo la cogente sconfitta causata alla città, soluzioni diverse da quelle previste dal mandato consiliare anche per quello che concerne la gestione del Santa Maria della Scala.
Allo stesso tempo che idea si sarà fatta di noi la giuria internazionale nel leggere due documenti contenenti soluzioni contrastanti o, comunque, manifestamente diverse?
Siamo dell’idea che il Comitato di candidatura debba essere azzerato e che tutti i personaggi, più o meno datati, che hanno prodotto il risultato che è sotto gli occhi di tutti debbano farsi da parte così da permettere di liberare nuove e positive energie e competenze che la città possiede.
Tuttavia, se il contenuto del bid-book secretato, che a nostro parere contiene qualche idea buona ma anche una serie di banalità a dir poco offensive, è davvero condiviso dal sindaco, che questi abbia il coraggio di affidare al professor Sacco l’assessorato alla cultura attribuendogli formalmente i poteri per realizzare i progetti.
Gruppo consiliare Siena Rinasce