"Dopo i soldi spesi nelle opere murarie che ne hanno stravolto la bellezza selvaggia, ancora oggi le inestetiche transenne impediscono l’accesso alle risorse termali del luogo"
SIENA. C’era una volta una sorgente termale libera a pochi km da Siena. Ci andavano un po’ tutti, anziani e giovani, per qualche ora di relax a bagno nelle calde acque termali in mezzo alla campagna, tra “il Bene e il Male” (i torrenti Biena e Malena).
Molti di noi hanno bei ricordi di gioventù legati a quelle terme, libere e tranquille, dove passare le ore a ridere, scherzare, amoreggiare e guardare le stelle.
Bei ricordi macchiati indelebilmente dalla tragedia avvenuta quasi 16 anni fa, dove un giovane perse la vita affogando in una di queste vasche naturali.
Una tragedia che ha stravolto, da allora, il parco termale dell’Acqua Borra con colate di cemento che ne hanno deturpato la bellezza in modo incontrovertibile.
Condividiamo la necessità che le Amministrazioni pubbliche si adoperino per evitare le tragedie, soprattutto quando accadono, ma –perdonateci la semplicità del ragionamento– se ogni luogo in cui si consuma una tragedia venisse chiuso, probabilmente nessuna delle nostre strade, ad iniziare dalle Siena-Grosseto e Siena-Firenze, sarebbe transitabile!
Ancora oggi l’Acqua Borra crediamo sia il simbolo, piccolo e marginale, del fallimento politico-istituzionale di un territorio incapace di intervenire efficacemente nella tutela pubblica di un bene naturale, una risorsa forse troppo piccola da poter essere sfruttata commercialmente ma sufficiente per offrire qualche ora di relax ai cittadini.
Possibile che il Comune di Castelnuovo Berardenga non sia stato capace, in tutti questi anni, di trovare un compromesso accettabile a tal senso? Dopo i soldi spesi nelle opere murarie che ne hanno stravolto la bellezza selvaggia, ancora oggi le inestetiche transenne impediscono l’accesso alle risorse termali del luogo.
Un vero peccato.
Ahoy!
Siena Pirata