Siena ha evidentemente rinunciato da decenni a qualsiasi percorso progettuale di sviluppo, accontentandosi di piccoli interventi raffazzonati poco invasivi
SIENA. Ha ancora senso scegliere di vivere a Siena? La domanda nasce spontanea, soprattutto per coloro che per motivi professionali si trovano con l’opportunità di cambiare città.
Restando in Toscana, spostarsi da Siena di neppure 100 km permette di beneficiare di costi della vita più bassi, costi delle abitazioni anche del 30-50% inferiori e maggiori servizi. A fronte di stipendi medi decisamente non adeguati, tra i più bassi della Regione.
Certo, si deve rinunciare alla bellezza dei nostri panorami, alla vista della Torre del Mangia e del Duomo (e pure all’omnipresente torre dell’IDIT), al rumore dei tamburi per le vie del centro storico. Ma può questo essere sufficiente a convincere i giovani a restare in questa città?
Siena ha evidentemente rinunciato da decenni a qualsiasi percorso progettuale di sviluppo, accontentandosi di piccoli interventi raffazzonati poco invasivi (forse perché poco “scomodi” ai piccoli interessi di bottega?) che hanno solamente aumentato il caos e peggiorato la qualità del quotidiano.
Il risultato sono periferie-dormitorio senza socialità, pochi e scomodi servizi, l’assenza di aree commerciali adeguate e una organizzazione del traffico veicolare caotica, contrassegnata da un forte e inefficiente pendolarismo da e per il centro storico, a cui si aggiunge l’esiziale assenza di corsie preferenziali per i mezzi pubblici.
Chi può, comprensibilmente, sceglie di vivere altrove. Abbandonando Siena come una nave alla deriva, senza obiettivi, senza progettualità, senza prospettive. Che galleggia, accontentandosi di una mediocrità che non gli appartiene e che non avrebbe mai fatto, nei tempi passati, la città che oggi tutti ammirano.
Ahoy!
Siena Pirata