Se lo chiede Oliviero Appolloni di Sena Civitas
SIENA. La scelta di Siena capoluogo di Provincia, al posto di Grosseto, costituirebbe un riconoscimento della centralità di modelli di civiltà storicamente altissimi prodotti da Siena (pensiamo a Santa Caterina e a San Bernardino accanto ed insieme ai pittori Trecentisti; all’esempio di oblatività ottimamente amministrata dello Spedale Santa Maria della Scala, tutela per quanti percorrevano la Via Romea; alle illustri facoltà universitarie, richiamo per Paesi europei; all’opera di Ambrogio Lorenzetti, a quella di Jacopo della Quercia; allo stesso Palio, esperienza del mondo e della vita senza confronti nelle antropologie delle comunità vicine), sebbene in contrasto con quanto caratterizza i nostri giorni. La priorità riconosciuta al ruolo politico-economico-culturale realizzato nei secoli da Siena potrebbe essere letta, fuori da ogni campanilismo, come una restituzione di centralità a valori religiosi e politici ricchi di ispirazione positiva per il futuro, non solo senese, come lo furono già in passato. Senza togliere nulla ai meriti di una Civitas quale quella grossetana.
Sembra che sia verificata un’inefficienza ed inefficacia del modello di democrazia fondata sulla diffusa partecipazione dal basso e che il contesto europeo ed internazionale spinga verso una gerarchizzazione volta a garantire l’agire, ad ogni livello. Verosimilmente la fiducia nella partecipazione attiva di tutti i cittadini era e resta un’aspettativa irrealistica e propria del pensare utopico. Le Province, nate come Ente provvisorio in attesa del decollo delle Regioni, sembra che non tengano più al confronto con le contrazioni di spesa dettate dalla Spending Review. Forse anch’esse sono risultate, dove più dove meno, dei ‘ “postifici di lusso” ad uso indiscriminato dei partiti politici che gestiscono il potere ‘, come altri hanno scritto già (cfr.intervento di Rifondazione Comunista, 22.09.2012). È pensabile che la scelta di Siena a capoluogo di Provincia garantisca anche una giustificazione ed una finalizzazione alta alla Spending Review, in attesa di verificare se non siano le Regione le vere emorragie delle pubbliche risorse.
Oliviero Appolloni
Sembra che sia verificata un’inefficienza ed inefficacia del modello di democrazia fondata sulla diffusa partecipazione dal basso e che il contesto europeo ed internazionale spinga verso una gerarchizzazione volta a garantire l’agire, ad ogni livello. Verosimilmente la fiducia nella partecipazione attiva di tutti i cittadini era e resta un’aspettativa irrealistica e propria del pensare utopico. Le Province, nate come Ente provvisorio in attesa del decollo delle Regioni, sembra che non tengano più al confronto con le contrazioni di spesa dettate dalla Spending Review. Forse anch’esse sono risultate, dove più dove meno, dei ‘ “postifici di lusso” ad uso indiscriminato dei partiti politici che gestiscono il potere ‘, come altri hanno scritto già (cfr.intervento di Rifondazione Comunista, 22.09.2012). È pensabile che la scelta di Siena a capoluogo di Provincia garantisca anche una giustificazione ed una finalizzazione alta alla Spending Review, in attesa di verificare se non siano le Regione le vere emorragie delle pubbliche risorse.
Oliviero Appolloni