SIENA. Da Sinistra Civica Ecologista di Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Il Coordinamento territoriale di Sinistra Civica Ecologista di Siena aderisce allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il prossimo 16 dicembre.
Crediamo sia giusto e doveroso chiedere al governo una politica diversa che affronti seriamente e in profondità le insostenibili disuguaglianze sociali, la precarietà del lavoro e promuova scelte di politica industriale per utilizzare al meglio le risorse europee.
A nostro giudizio alcune scelte del governo sono sbagliate e inadeguate per affrontare le reali condizioni del paese.
La riforma fiscale non coglie la necessità di dover operare una ridistribuzione della ricchezza in modo equo. Si riduce la pressione fiscale portando i maggiori benefici ai redditi medio alti, mentre per coloro che hanno redditi più bassi i benefici proposti risultano modesti, se non inesistenti, soprattutto considerando i rincari delle tariffe energetiche, i costi di molti servizi essenziali e la risalita dell’inflazione. Invece che migliorare il reddito di cittadinanza si introducono limitazioni e interventi punitivi, come vogliono alcune forze della destra che considerano la povertà una colpa da espiare.
Non si propone alcun impegno per contrastare l’evasione fiscale e la rendita finanziaria. Anzi, simili temi sembrano ormai del tutto spariti dall’agenda politico-governativa.
Non vengono avanzate proposte per allargare la base contributiva e trovare risorse per la scuola, la sanità pubblica, la non autosufficienza e soprattutto per il personale sanitario che potrebbe costringere le Regioni ad aumentare le tasse locali per far fronte alla crescita della spesa sanitaria cresciuta con l’emergenza Covid.
Perfino la proposta di un piccolo contributo di solidarietà a carico di coloro che guadagnano oltre 75 mila euro all’anno è stato tagliato per il volere dei partiti di destra e di Italia Viva.
Con Il Ddl Concorrenza si continua a strangolare il pubblico, marginalizzando gli enti locali, impoverendo il valore dei beni comuni, riaffermando una visione privatistica e liberista, incentrata sul dominio del mercato in settori fondamentali, quali i servizi pubblici locali, sanità ed istruzione.
Anche sul tema del lavoro non si registrano provvedimenti concreti per ridurre il precariato e creare nuova occupazione. Basti pensare che l’ottanta per cento delle nuove assunzioni fatte quest’anno sono occupazioni precarie e instabili.
Non sono state cancellate forme contrattuali che palesemente nascondano solo sfruttamento e devastano la dignità delle persone. Nulla è stato prospettato contro le delocalizzazione delle multinazionali.
Ugualmente sul fronte pensioni si sta solo ragionando per innalzare l’età lavorativa senza misure concrete per i giovani, le donne e per i tanti precari che non avranno nessun futuro pensionistico.
Infine è paradossale che, ancora una volta, si assista all’aumento delle spese militari per ben 1 miliardo e 400 milioni.
All’Italia servono politiche innovative in cui siano chiare le priorità. Dalla pandemia e dalla crisi di uno sviluppo insostenibile dobbiamo uscire con paese più giusto ed equo, con un modello sociale ed economico diverso, che affronti le emergenze climatiche, l’esplosione delle disuguaglianze sociali. E questo si può risolvere con un sistema che riproduce le stesse ingiustizie e le derive liberiste che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni”.