"Ancora oggi non hanno la proprietà della casa e sono privi dei servizi basilari"
SIENA. E’ sempre più difficile rimanere impassibili rispetto all’illegalità dilagante che ci circonda. Quando poi quell’illegalità colpisce nel vivo una parte importante della popolazione di Siena, il bisogno di fare chiarezza diventa un imperativo categorico se non proprio morale.
Stiamo parlando, al momento, delle famiglie dei quartieri di Uopini e di Montarioso, da tempo al centro di vicende che hanno dell’incredibile.
A Uopini tutto ha inizio nel 201 1 , quando si viene a sapere che la società Tenuta di Uopini S.r.l. avrebbe iniziato la costruzione di un complesso residenziale sopra l’attuale campo sportivo. Quando nel 201 4 le prime famiglie hanno iniziato a trasferirsi nella casa su cui avevano investito i risparmi di una vita, tutto procedeva “normale”, seppur senza la stipula dei rogiti per l’indisponibilità del costruttore, e con il consenso del Comune che, pur in assenza dell’abitabilità, rilasciava agli
abitanti l’attestazione di residenza e permetteva l’allacciamento delle utenze. I figli piccoli venivano iscritti nelle scuole di competenza territoriale, il dottore era quello del quartiere. Insomma, tutto procedeva “normalmente”. Ma il rogito tardava. Iniziarono i rimpalli della responsabilità del ritardo tra Comune e costruttore, i quali si sono susseguiti fino a quando le famiglie hanno scoperto, e difficilmente qualcuno degli interessati non poteva non sapere, che la Procura di Siena stava indagando su possibili reati edilizi commessi nella fase di realizzazione della lottizzazione e nella formazione dei presupposti e necessari strumenti urbanistici comunali.
Le fideiussioni rilasciate dalla Ditta costruttrice sono divenute ben presto inutilizzabili perché, incredibilmente, scadute o non escutibili. Insomma alle famiglie di Uopini, talune inseritesi anche nel procedimento penale (oltre ai singoli rispettivi civili) e riconosciute parte offesa dal Pubblico Ministero, è iniziato a crollare il mondo addosso: i risparmi di una vita, investiti tutti nella casa, potevano andare persi. La vicenda è chiaramente molto seria visto che i reati ipotizzati sono legati al fatto che dove sono sorte le abitazioni ci sarebbe il “divieto assoluto” di costruire o, comunque, che le abitazioni sono state costruite aumentando considerevolmente la volumetria assentita.
Simili contestazioni furono mosse anche nei confronti delle lottizzazioni di Montarioso, sequestrate a gennaio 2015. In entrambi i casi, gli abusi contestati sarebbero del tutto insanabili perché valutati, seppur sommariamente, come radicalmente abusivi ed effettuati con permessi e autorizzazioni paesaggistiche inefficaci. Le lottizzazioni sono ancor oggi sequestrate e corrono il rischio di essere definitivamente confiscate alla mano pubblica alla fine del processo penale ed infine abbattute.
Ciò che più stupisce è la totale lontananza dell’Ente di Governo del Territorio, il Comune di Monteriggioni, i cui rappresentanti, in primis il Sindaco ed a seguire l’Assessore all’urbanistica, non hanno fornito alcuna risposta, né apprestato alcuna tutela per gli acquirenti e promittenti acquirenti. E ciò nonostante sia in loro avanzato il sospetto che le Ditte, oggi incolpate della commissione degli abusi, abbiano edificato con permessi rilasciati diciamo … un po’ “allegramente”.
Oltrettutto, stando alle ultimissime notizie alla ribalta della cronaca locale, il contenuto della comunicazione di avvio del procedimento per l’annullamento di costruire in autotutela, come sostenuto da più tecnici, di parte e non, prospetta ulteriori ed oltremodo foschi scenari , non solo in senso negativo per i residenti coinvolti in questa terribile situazione, ma anche per contribuire se non altro a non far risalire senza margine d’errore alle effettive responsabilità delle scelte effettuate e delle conseguenti decisioni prese di natura politica , legate però almeno in parte a quelle civili e penali al vaglio degli organi giudiziari competenti che saranno chiamati a pronunciarsi nel merito, nel metodo e sulla legittimità o meno, seguendo i tre gradi di giudizio del sistema italiano.
Insomma una brutta storia a cavallo tra illegalità e malgoverno su cui Siena Doc auspica che venga fatta al più presto chiarezza. Non solo affinché venga effettivamente assicurato il diritto ad ottenere la casa promessa, e prima ancora prevista dagli strumenti comunali, ma anche garantita l’esistenza e l’adeguatezza delle necessarie opere di urbanizzazione, a corredo e servizio delle abitazioni, che ne preservano il valore.
Non si può fare a meno di evidenziare che sono sostanzialmente inesistenti i servizi essenziali, gli spazi e le opere pubbliche di urbanizzazione primaria e secondaria nel quartiere di Montarioso. Solo per fare un esempio, le attrezzature sportive pubbliche previste, e per un breve tempo utilizzate, in via Papa Giovanni XXIII sono state inspiegabilmente tolte per far posto ad un palazzetto sportivo che, ora come ora e perché in mano privata, funge da centro commerciale e direzionale in miniatura perdendo ogni funzione sociale. Come infatti riportano i giudici che seguono le vicende di Montarioso, si è costruito in assenza degli essenziali “beni comuni” che sono il collante della collettività insediata. Quegli elementi urbanistici che il legislatore ha previsto essere l’indice del vivere civile e della qualità urbana, la cui mancanza impoverisce le periferie e porta, come vediamo recentemente di sovente, i germi del degrado sociale.
Per questo chiederemo che il Consiglio Comunale di Monteriggioni promuova le opportune interrogazioni al Sindaco per far luce sulla vicenda e convocheremo a breve un incontro tra i cittadini ed i rappresentanti del Comune in modo da valutare ogni possibile soluzione a questa assurda vicenda.
Il direttivo di Siena D.O.C. ( Democracy Over the City )