L'Associazione In Campo interviene sull'utilizzo dei parà della Folgore
SIENA. Dall’associazione In Campo riceviamo e pubblichiamo.
“L’impiego delle Forze Armate con compiti di ordine pubblico, nel nostro paese, è avvenuto nell’ambito di operazioni di sicurezza e di controllo del territorio e di prevenzione dei delitti di criminalità organizzata. L’operazione “Strade Sicure” prevede, infatti, la possibilità di impiego dei militari per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, in determinate aree metropolitane, ovvero a difesa di siti reputati particolarmente sensibili, teoricamente a rischio del terrorismo internazionale.
In Toscana si impiega personale militare, ad esempio, nella stazione ferroviaria centrale di SMN, dove quotidianamente transita un numero rilevante di persone, in modo da consentire alle Forze dell’Ordine di destinare i propri uomini ai servizi sul territorio.
Analogamente avviene, ad esempio, nel casertano, dove purtroppo il controllo del territorio è detenuto da organizzazioni criminali.
Vi sono, poi, i siti particolarmente sensibili (tribunali ed altro).
L’impiego del personale delle Forze armate è adottato con decreto del Ministro dell’Interno, che riferisce alle competenti Commissioni parlamentari.
L’impiego delle Forze attualmente è previsto, fino al 31 dicembre 2019, come prevede la legge n. 205 del 2017. Chiarito questo si ritiene che Siena – a mezzo del Prefetto e non dell’assessore di turno – si trovi nelle condizioni di richiedere l’ausilio del personale militare perché ricorrono eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità?
Una semplice ricerca sulle statistiche dei reati consente di non considerare decisiva tale argomentazione, pur dovendosi sottolineare la priorità che la sicurezza della popolazione deve assumere per qualsiasi amministrazione.
Dovremmo anche chiederci quale impressione avrebbe sui turisti vedere personale militare pattugliare le strade del centro. Stesso discorso per le famiglie che scelgono il nostro ateneo per il suo prestigio ma anche come luogo sicuro per i figli. Ne deriverebbe una percezione di sicurezza o, piuttosto, si reputerebbe Siena una città insicura? E’ questa l’immagine della città che si vuole propagandare nel mondo? Soltanto in nome di un superficiale tentativo di far forza sulle paure e le insicurezze delle persone, per fortuna non giustificate dalla realtà dei fatti a Siena?
Le città, nate per proteggere e dare sicurezza agli abitanti, ora sembrano diventate il simbolo dell’insicurezza, la cui percezione cresce tanto più quanto vengono perduti i riferimenti del buon vicinato, dell’idea di comunità basati sulla solidarietà e la fiducia reciproca.
In questo senso abbiamo bisogno del volto amico e conosciuto che dia vera sicurezza, rappresentato più dal vigile di quartiere, che dalla ronda militare.
Una città militarizzata non infonde alcun senso di sicurezza, suggerisce anzi l’idea di un pericolo imminente, di fronte al quale i militari, addestrati per altri obiettivi, non possono dare garanzie assolute.
E così il passo successivo, che già vediamo all’orizzonte, potrebbero essere le ronde “fai da te”, pericolose perché sostitutive di compiti fondamentali dello Stato.
Noi crediamo, in linea con le leggi dello Stato, che il controllo del territorio debba essere demandato alle Forze dell’Ordine, che a Siena più che in altri luoghi efficacemente svolgono il loro compito, insieme ai vigili di quartiere.
L’impiego, in ausilio, delle Forze Armate può essere previsto, come sempre è avvenuto in Italia, nell’ambito di iniziative a livello nazionale disciplinate da apposita normativa, e non su iniziative estemporanee di un qualsiasi sindaco o assessore”.