SIENA. “Mentre a Roma si delibera, Sagunto è espugnata”, direbbero i romani a proposito delle travagliate questioni relative al Santa Maria, in questi giorni tornate in auge. Sembra che il Santa Maria sia il terreno ideale per dire la propria, e per chi la dice più grossa, più nuova, più forte, perdendo rapidamente di vista l’obiettivo. La sensazione del Santa Maria come di un oggetto sacro, e non solo nel senso religioso del termine, ma anche come anima storica cittadina, dovrebbe far venire spontaneo di parlarne quantomeno con cautela e rispetto. E con concretezza. Il Santa Maria è stato riconosciuto, senza timore di smentita, come uno (o addirittura come “il”) fulcro culturale attivo della rinascita cittadina, e per farlo va scelta una meta, un percorso, dei compagni di viaggio ed infine il “mezzo di trasporto”. Vediamo invece un accapigliarsi sui “dettagli”, rimanendo lontani dai passaggi essenziali. Dove portiamo il SMS? Quali sono le idee? Quale è il percorso? Chi i compagni di viaggio, individuabili anche tra i privati, che debbano accompagnare il percorso? Insomma, l’amministrazione potrà pur essere tacciata di ritardo, ma è un ritardo che sarebbe ben scusabile di fronte al ben più elevato valore di un progetto serio, sostenibile, fondato, credibile, che possa nascere dallo studio di fattibilità in corso. E non ci sarà bisogno di strapparsi i capelli di fronte a questa o quella forma giuridica se verranno assicurati sostenibilità del progetto e rispetto dei contenuti della delibera del consiglio comunale. E ci sarà da essere aperti anche a nuove discussioni e revisioni, sempre sulla base delle linee di indirizzo già fornite dal Consiglio Comunale. E ci sarà da battere le mani ad una azione concreta, dovesse pur richiedere tutto questo 2015 per diventare operativa. Fino ad allora rimarrà necessario aprire bocca solo se si ha qualcosa di sensato da dire.
Siena Cambia