"Le Scotte sono inadeguate, Marroni dica se possiamo sognare"
SIENA. L’intervista al sindaco Bruno Valentini sulla convenienza di costruire un nuovo ospedale è uscita in contemporanea con un Rapporto sulla sanità dell’Università Bocconi dove si afferma: “l’austerità ha rimesso in gran parte i conti in ordine, ma ha creato una crescente inadeguatezza dei servizi”.
Siena Cambia è d’accordo nel sostenere che l’Ospedale delle Scotte risulti oggi inadeguato sul piano strutturale, dei grandi spazi male utilizzati, della manutenzione, dell’efficienza energetica e del piano della sosta, rispetto alla progettazione iniziale degli anni ’50 ed ai successivi interventi di incremento dei vari lotti. Inadeguatezza ancora più evidente se lo paragoniamo ai principi informatori che guidano “La proposta del Nuovo Modello di Ospedale” di Renzo Piano ed Umberto Veronesi (Ministero della sanità 2001), in cui si fa riferimento ad un ospedale a sviluppo orizzontale di tipologia a piastra, caratterizzato da quattro macro aree, in cui si raggruppano le zone dei servizi. Lo stesso Piano sottolinea che “il metaprogetto di un ospedale modello va interpretato come un manifesto di intenti e non come un tipo replicabile”.
In attesa che la commissione annunciata dall’assessore regionale alla sanità Marroni ci dica se possiamo “sognare” un nuovo ospedale perfetto, in un’area ideale e ottimamente accessibile – consapevoli che in ogni caso ci vorranno di anni per realizzarlo – Siena Cambia crede che si potrebbe cominciare ad abbattere alcune barriere mentali.
Pensiamo ad un ospedale in cui i letti non sono di proprietà di un primario, ma sono a disposizione delle necessità del dipartimento, istituzione ormai vecchia per l’organizzazione sanitaria, ma mai completamente accettata e sviluppata per la paura di perdere posizioni di rendita e di confrontarsi.
Pensiamo ad un ospedale in cui i letti non sono di proprietà di un primario, ma sono a disposizione delle necessità del dipartimento, istituzione ormai vecchia per l’organizzazione sanitaria, ma mai completamente accettata e sviluppata per la paura di perdere posizioni di rendita e di confrontarsi.
Quindi, procedendo nella verifica dei punti di forza e di debolezza della struttura, verifichiamo anche se l’organizzazione attuale sia al passo con i tempi e con le necessità. L’attrazione e le capacità di soddisfacimento delle esigenze dell’utenza sono sicuramente influenzate dalla struttura di un ospedale, ma nessun modello sarà valido se non riusciamo prima a cambiare la mentalità di chi ci lavora.
Al momento questo è l’ospedale che abbiamo e dobbiamo tenerlo in efficienza e qualificarne al massimo i percorsi sanitari, in modo che possano essere fonti di attrazione.
Infine, il dibattito aperto da Valentini ha avuto anche il grande merito di aver portato l’attenzione su una specie di leggenda metropolitana che afferma che Firenze voglia fagocitare la sanità senese. Voce a nostro parere non credibile, se è vero che la Regione Toscana, dopo aver speso 90 milioni per la proprietà dell’edificio, è oggi disposta ad investirne altri 400 per la ristrutturazione/trasferimento dello stesso.
Siena Cambia