I rapporti tra Fondazione e Consiglio comunale
SIENA. Gentile Presidente Clarich, nel pieno rispetto del ruolo che Lei riveste, vorremmo esprimere, con questa lettera aperta, alcune considerazioni riguardo a talune Sue dichiarazioni, apparse sulla stampa.
La nascita del Monte dei Paschi di Siena, della cui storia ed entità istituzionale la Fondazione è parte integrante, risale al 1600 allo scopo fornire “fecondo sviluppo, ordinamento e regola con privato e pubblico vantaggio per la città e Stato di Siena”(1) tramite le attività di credito. La forma di esercizio viene altrettanto adeguatamente descritta come “attività in piena indipendenza ed autonomia secondo principi di economicità e di programmazione annuale e pluriennale, tenendo conto delle istanze e dei bisogno provenienti dal territorio”(2)
Lei è stato pertanto nominato come custode e tutore, null’altro, di un Ente autonomo nelle forme di esercizio ma non certo autoreferenziale negli obiettivi, che devono rispettare le istanze del territorio, istanze che vengono discusse ed inoltrate anche dal Consiglio Comunale in cui siamo stati eletti. Lo ricorda anche lo Statuto del Comune di Siena che “a tutela degli interessi della comunità senese, i Deputati nominati nella Fondazione del Monte dei Paschi di Siena dovranno attenersi alla mozione programmatica definita con apposito atto dal Consiglio comunale”(3).
Insomma, per quanto le appaia bizzarro, il Consiglio Comunale quando discute le necessità del territorio e le inoltra alla Fondazione MPS, compie il proprio dovere. Guai a sottrarsi: i Consiglieri comunali mancherebbero di adempiere ad uno dei loro compiti fondamentali. Il Suo dovere, invece, è quello di operare tenendone conto, non di svincolarsi come fosse una sgradita ingerenza.
Abbiamo tutti, compreso Lei, un ruolo pro-tempore, alla fine del quale dovremo rendere conto dell’operato a quella medesima comunità che ci ha eletto consegnandoci un mandato, che vogliamo esercitare tramite il meccanismo politico e democratico. Quel medesimo meccanismo che, ironia della sorte, ha nominato Lei.
Riteniamo pertanto che Lei abbia mancato del dovuto rispetto, nella forma e nella sostanza, direttamente al Consiglio Comunale di Siena, ed indirettamente a tutta la città. Lei si arroga il diritto di “non dover rendere conto” e confonde l’attività autonoma con l’indipendenza dettata dall’autoreferenzialità. Le ricordiamo anche che il rapporto tra Fondazione, città e territorio non può limitarsi allo sterile e formale contatto disegnato da qualche norma ma richiede una relazione continua, una sensibilità verso la comunità che invece non avvertiamo, percependo, al contrario, chiusura e distacco permanenti. La lontananza che Lei ha creato tra Fondazione e territorio di riferimento è enorme, e fa male almeno quanto l’ingerenza indebita della politica dei tempi passati, di cui questa città è vittima, non artefice.
Condanniamo fermamente quel passato, quella politica clientelare e miope, invero non tutta senese, che ha contribuito a distruggere un patrimonio secolare, e ne prendiamo fermamente le distanze. Ma non riteniamo che la tutela della Fondazione e del territorio passino dall’allontanamento tra questi due soggetti. Né tantomeno dall’affermazione di altri poteri, altrettanto distanti e potenzialmente dannosi per la nostra comunità.
La invitiamo pertanto a rivedere la sua posizione, a riflettere sui tratti essenziali del suo mandato, valutando la necessità di ricostruire il legame con il territorio senese oppure di prendere consapevolezza del solco da Lei creato e trarne le dovute conseguenze.
(1) – Art.1 comma 1, Statuto Fondazione MPS
(2) – Art. 3 comma 1-bis, Statuto Fondazione MPS
(3) – Art. 4 comma 3, Statuto Comune di Siena