SIENA. Onestà e buon senso sono principi da cui si dovrebbe partire e non verso cui tendere. Onestà e buon senso sono qualità che dovrebbero essere intrinseche nelle caratteristiche di ogni amministratore, privato o pubblico che sia, indipendentemente dalla posizione che occupa nella società civile, dalla sua appartenenza sia come singolo sia come gruppo. Invece, il fallimento di una intera classe dirigente, con il suo operato, ha fatto pesantemente sentire la necessità di stabilire norme di comportamento e vincoli in un ambito all’interno del quale non dovrebbero essere richieste ma scontate. Il risultato è la recente approvazione in Consiglio Comunale della Carta Etica di Avviso Pubblico, un esteso articolato che, ove letteralmente applicato, rischia di ghettizzare chiunque non sia un politico di professione, di escludere dall’esercizio democratico chiunque sia impegnato nella vita di ogni giorno e proprio per questo più dentro ai suoi problemi. La richiesta assordante di un richiamo all’etica, alla moralità, alla legalità, preamboli imprescindibili per il ritorno alla fiducia nella Politica (con la P maiuscola) da parte della cittadinanza rendono però indispensabile una risposta, sicuramente perfettibile nella sua forma attuale, ma una risposta autentica. Il “dovere della moralità e dell’etica” deve infatti necessariamente essere esteso ad altre situazioni delicate e ad alto rischio di condotta immorale o, addirittura, illegale, quali gli ambiti concorsuali. E sicuramente applicato, con mano decisa, all’interno della condotta di tutte le società partecipate e controllate della PPAA, sia per i nominati che per i nominandi futuri. Vogliamo la certezza che la “cosa pubblica” sia amministrata con la dedizione del buon padre di famiglia, vogliamo mettere in mano i nostri beni a chi fa dell’etica una bandiera, ma soprattutto vogliamo lanciare il forte messaggio che tale condizione è condivisa e irrinunciabile.
Siena soffre in particolar modo i tristi risultati di varie vicende di mala gestione, amaramente note alle cronache come figlie del “Sistema Siena”; non possiamo che rispondere pertanto alla città annoverando gli implicati in tali vicende tra le persone da allontanare senza appello dalla PPAA e dagli Enti che ne sono emanazione. Siamo comunque convinti che il primo livello di selezione e garanzia di etica e buona pratica debba essere rappresentato dalle formazioni politiche stesse che, per loro medesima tutela, dovrebbero distaccarsi da tutti quegli individui sui quali esistano vizi di condotta. Senza queste primarie modifiche, da noi ritenute imprescindibili, qualunque carta etica corre il rischio di essere incompleta, e non possiamo permettercelo. Etica si, non solo demagogia.