"La notizia più preoccupante è costituita proprio dalla leggerezza con cui certa politica si affretta ad accompagnare i tempi della speculazione"
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SIENA. La volatilità nei prezzi delle azioni MPS ha costituito il tema rovente delle due ultime settimane senesi, inserito in un sistema bancario italiano che non è nuovo alla speculazione. E la speculazione, si sa, vuole tastare il polso dell’investitore e cercare il panico dove è più facile scatenarlo, puntando su quella che Robert K. Merton definì self-fulfilling prophecy, la profezia che si auto-avvera. Convinci tutti che il prezzo scenderà, e tutti si affretteranno a vendere, cavalcando le voci di corridoio, o cercando dati e notizie a supporto dei movimenti in uscita. La notizia più preoccupante di questi giorni è costituita proprio dalla leggerezza e dalla imprudenza con cui certa politica si affretta ad accompagnare i tempi della speculazione. Magari cercando la cassa di risonanza di alcuni media, per i quali evocare spettri fa sempre più notizia dei buoni pronostici. Speculazione spietata e, oramai sotto gli occhi di tutti, concentrata malamente su MPS, attenta a cucinare a fuoco lento un ghiotto boccone. Ci piacerebbe che nessuno attendesse l’andamento di borsa per mere comunicazioni benaltriste, ma che tutti dedicassero la stessa determinazione nel far pesare la voce e gli interessi, dentro le istituzioni e davanti al mercato, del proprio territorio, dei moltissimi dipendenti, dei piccoli investitori. Del resto, i commentatori più avveduti ben comprendono quali siano i confini che la politica non deve valicare di fronte all’economia privata e quali siano gli spazi che essa deve invece difendere. Meno attenzione agli assetti proprietari, più attenzione alla tutela del risparmio e dell’occupazione. Dialogo costruttivo con i vari livelli istituzionali non per implorare salvataggi o commissariamenti, ma per accompagnare insieme il futuro di una grande azienda. Evitare di elucubrare su nuovi aumenti di capitale, di cui non si ha traccia, e discutere piuttosto sulle ricadute nel territorio dei piani industriali esistenti e delle richieste della BCE, che sono invece cosa concreta. Se possiamo concordare su questo, se i paletti sono chiari, allora la politica e la buona amministrazione possono avere ancora un ruolo nobile ed unire le rispettive competenze con l’unica ottica della tutela. Un mandato che si esprime nei fatti, e non nelle parole. Nella responsabilità, e non nelle ‘gufate’. Ci sono temi sui quali la politica tutta dovrebbe riporre le contese di parte e muoversi unita con la convergenza di tutte le istituzioni locali, per scongiurare speculazioni e per difendere il bene comune: il lavoro, il risparmio, gli investimenti e gli investitori di una grande ed essenziale impresa quale è il MPS.