SIENA. Da Siena % Stelle riceviamo e pubblichiamo.
Le dimissioni, improvvise ed in un momento politicamente delicato, del presidente di 6 Toscana Paolini non ci sorprendono più di tanto. Da tempo, infatti, siamo ben consapevoli che il carrozzone costruito ad arte dal PD toscano con la L.R. 69/2011, “l’esperimento delle ATO” in cui -esperimento nell’esperimento- l’ATO Toscana Sud delle province di Siena, Arezzo e Grosseto, più i comuni della Val di Cornia, non poteva essere sostenibile.
Le tanto declamate economie di scala non ci sono state. C’è stato, invece, un costante aumento dei costi di gestione che si sono riversati nelle bollette dei cittadini, aumentate a dismisura negli anni. E, come se non bastasse, vi è stata una progressiva di mostrazione della debolezza dei nostri sindaci nella gestione dei rapporti fra l’ente controllore ATO Toscana Sud e la società 6 Toscana, che aveva iniziato la propria attività dalla fusione delle precedenti società municipalizzate di gestione della raccolta dei rifiuti.
Infatti, dal 2013 ad oggi, grazie ad aumenti di capitale fatti esclusivamente dal socio privato, la percentuale delle quote pubbliche si è pian piano erosa, nella completa indifferenza dei sindaci, dei consiglieri di Sei Toscana in quota “pubblica” e, soprattutto, dell’ente controllore ATO Toscana Sud. In moltissime occasioni, sia dentro che fuori le istituzioni, abbiamo avvertito sindaci e cittadini delle evidenti criticità che stavano emergendo, come ad esempio l’evidente conflitto di interessi nel quale il “controllore” e il “controllato” erano spesso il medesimo soggetto.
A questo si affianca l’inchiesta nella quale sono coinvolti alcuni precedenti amministratori di Sei Toscana, insieme al direttore generale di ATO Toscana Sud.
Una situazione di evidente difficoltà per un servizio importante come quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che come cittadini non possiamo e non vogliamo ignorare o sottovalutare, poiché le ripercussioni potrebbero essere notevoli: non possiamo dimenticare, infatti, che la società 6 Toscana è una realtà con oltre 1000 dipendenti, che hanno il diritto di veder tutelato il loro posto di lavoro.
Cosa aspettano quindi i sindaci dei comuni coinvolti, approfittando del commissariamento del contratto tra 6 Toscana e ATO, a chiederne la modifica per correggerne le evidenti storture, più volte da noi segnalate ? Non possiamo più permetterci che la gestione dei rifiuti resti in mano a “carrozzoni” costosi ed inefficienti, poltronifici incapaci di garantire la qualità e l’economicità del servizio, oltre la tutela dei posti di lavoro”.