SIENA. Crisi delle piccole e medie imprese della provincia di Siena e il ruolo delle banche, di Confindustria e dei professionisti per sostenerle nella ripresa. E’ quanto discusso durante il convegno “L’erogazione del credito nel periodo di crisi”, organizzato dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Siena e da Confindustria Siena che si è tenuto ieri, venerdì 20 ottobre presso l’Auditorium di Banca Monte dei Paschi.
“La figura del commercialista – ha detto Luigi Borri – è di estrema importanza per le aziende, non solo per la parte meramente pratica, ma anche per il valore consulenziale che riveste la professione. Da qui il rilievo che assume anche per Confindustria poter contare su professionisti continuamente aggiornati quale supporto e ausilio alle imprese nel complesso dedalo della burocrazia. La crisi – ha continuato Borri – servirà a valorizzare le eccellenze ma occorre progettare e investire già ora per il futuro”.
“Lo scenario complessivo – ha detto Giancarlo D’Avanzo – appare difficile e le prospettive non sono rosee. Riteniamo, con assoluta urgenza, che sia necessario ridurre la spesa corrente, evitare ogni possibile spreco e allentare la pressione fiscale a carico delle imprese, e non solo. Saranno necessarie riforme strutturali, prima fra tutte quella della pubblica amministrazione, che non può più aspettare. Servono, poi, incentivi alla ricerca e all’innovazione tecnologica. In questo contesto, la politica dovrà assumere decisioni nette, probabilmente impopolari, ma certamente non più procrastinabili. Nell’attuale scenario di crisi economica – ha continuato D’Avanzo – il commercialista può e deve svolgere anche un ruolo sociale di sensibilizzazione su quelli che sono, alla luce della crisi, i punti di forza e di debolezza del sistema socio-economico".
“Le piccole imprese – ha detto Claudio Siciliotti – hanno difficoltà di accesso al credito molto maggiori rispetto a quelle medio grandi. Ciò anche per gli evidenti problemi di leggibilità e trasparenza dei loro dati contabili. Soprattutto le Srl, hanno in genere pochissimo capitale investito e la limitata responsabilità dei soci può essere, a volte, causa di una minore fiducia da parte degli istituti di credito. Per superare questo ostacolo, le banche chiedano l’intervento diretto dei commercialisti nelle procedure di affidamento. Noi siamo pronti a garantire sui conti delle imprese alle quali facciamo consulenza. Nell’interesse pubblico – ha poi affermato Siciliotti – il contrappasso della limitata responsabilità, non possono che essere controlli professionalmente qualificati e indipendenti, come quelli garantiti dal Collegio sindacale. A questa filosofia, del resto, si ispira anche la versione del decreto legislativo sul controllo dei conti appena approvata, in prima lettura, dal Consiglio dei Ministri, che prevede infatti l’obbligatorietà del Collegio sindacale al superamento di un determinato limite di indebitamento rispetto al capitale investito”.
“L’accesso al credito – ha detto Elio Schettino – è un tema urgente nell’ambito della crisi che stiamo attraversando. E’ necessario aprire un quadro di interventi immediati in quanto il governo ha già provveduto a risorse ma queste saranno disponibili solo nel 2011. Inoltre dobbiamo aiutare le imprese a crescere promuovendo le aggregazioni e favorendo nuovi finanziamenti attraverso il canale bancario o attraverso capitali misti”
“La complessità delle regole per il sistema bancario – ha detto Giuseppe Mussari – non è estraneo alle cause, alla gestione e all’uscita dalla crisi. Il tema non è il rapporto tra le banche e le imprese, ma come ha già affermato la presidente di Confindustria, Emma Mercegaglia, il rapporto con i regolatori, che non sono i governi, e le autorità di vigilanza. La crisi – ha continuato Mussari – è un problema sociologico e antropologico, è il risultato della vendetta del tempo e della fretta che abbiamo avuto, una volta all’interno della comunità europea, di volerci migliorare nel più breve tempo possibile. E’ necessario ristabilire un equilibrio di azione e un ossequio del tempo”.
“La figura del commercialista – ha detto Luigi Borri – è di estrema importanza per le aziende, non solo per la parte meramente pratica, ma anche per il valore consulenziale che riveste la professione. Da qui il rilievo che assume anche per Confindustria poter contare su professionisti continuamente aggiornati quale supporto e ausilio alle imprese nel complesso dedalo della burocrazia. La crisi – ha continuato Borri – servirà a valorizzare le eccellenze ma occorre progettare e investire già ora per il futuro”.
“Lo scenario complessivo – ha detto Giancarlo D’Avanzo – appare difficile e le prospettive non sono rosee. Riteniamo, con assoluta urgenza, che sia necessario ridurre la spesa corrente, evitare ogni possibile spreco e allentare la pressione fiscale a carico delle imprese, e non solo. Saranno necessarie riforme strutturali, prima fra tutte quella della pubblica amministrazione, che non può più aspettare. Servono, poi, incentivi alla ricerca e all’innovazione tecnologica. In questo contesto, la politica dovrà assumere decisioni nette, probabilmente impopolari, ma certamente non più procrastinabili. Nell’attuale scenario di crisi economica – ha continuato D’Avanzo – il commercialista può e deve svolgere anche un ruolo sociale di sensibilizzazione su quelli che sono, alla luce della crisi, i punti di forza e di debolezza del sistema socio-economico".
“Le piccole imprese – ha detto Claudio Siciliotti – hanno difficoltà di accesso al credito molto maggiori rispetto a quelle medio grandi. Ciò anche per gli evidenti problemi di leggibilità e trasparenza dei loro dati contabili. Soprattutto le Srl, hanno in genere pochissimo capitale investito e la limitata responsabilità dei soci può essere, a volte, causa di una minore fiducia da parte degli istituti di credito. Per superare questo ostacolo, le banche chiedano l’intervento diretto dei commercialisti nelle procedure di affidamento. Noi siamo pronti a garantire sui conti delle imprese alle quali facciamo consulenza. Nell’interesse pubblico – ha poi affermato Siciliotti – il contrappasso della limitata responsabilità, non possono che essere controlli professionalmente qualificati e indipendenti, come quelli garantiti dal Collegio sindacale. A questa filosofia, del resto, si ispira anche la versione del decreto legislativo sul controllo dei conti appena approvata, in prima lettura, dal Consiglio dei Ministri, che prevede infatti l’obbligatorietà del Collegio sindacale al superamento di un determinato limite di indebitamento rispetto al capitale investito”.
“L’accesso al credito – ha detto Elio Schettino – è un tema urgente nell’ambito della crisi che stiamo attraversando. E’ necessario aprire un quadro di interventi immediati in quanto il governo ha già provveduto a risorse ma queste saranno disponibili solo nel 2011. Inoltre dobbiamo aiutare le imprese a crescere promuovendo le aggregazioni e favorendo nuovi finanziamenti attraverso il canale bancario o attraverso capitali misti”
“La complessità delle regole per il sistema bancario – ha detto Giuseppe Mussari – non è estraneo alle cause, alla gestione e all’uscita dalla crisi. Il tema non è il rapporto tra le banche e le imprese, ma come ha già affermato la presidente di Confindustria, Emma Mercegaglia, il rapporto con i regolatori, che non sono i governi, e le autorità di vigilanza. La crisi – ha continuato Mussari – è un problema sociologico e antropologico, è il risultato della vendetta del tempo e della fretta che abbiamo avuto, una volta all’interno della comunità europea, di volerci migliorare nel più breve tempo possibile. E’ necessario ristabilire un equilibrio di azione e un ossequio del tempo”.