"Prima come Sel, poi come Sinistra Italiana, chiedevamo da oltre 3 anni la nazionalizzazione"
SIENA. Da Sinistra Italiana – Commissione provinciale Siena – Credito banche riceviamo e pubblichiamo.
“Dopo dopo 6 mesi di trattativa, con grave ritardo, è arrivato l’accordo di principio tra Banca MPS e Direzione alla concorrenza della Commissione Europea per la ricapitalizzazione dello Stato che noi, prima come Sel, poi come Sinistra Italiana, chiedevamo da oltre 3 anni. E’ un accordo senza l’applicazione del Bail-in , ma solo con la formula del burden sharing di azioni e titoli subordinati. Positivo che in esso sia stato imposto un tetto agli stipendi dei top manager , ma grave che non siano stati garantiti i posti di lavoro .
Le responsabilità dirette gestionali e politiche di una crisi così grave in una banca che solo 16 anni fa era una delle più solide e capitalizzate di Europa sono ormai conosciute. Quelle indirette potranno essere individuate ancor meglio dalle indagini in corso. Sono evidenti le scelte catastrofiche compiute negli anni: dall’acquisto della Banca del Salento a quello di Antonveneta, dall’ingresso avventuroso e disinvolto nella “finanza creativa” alla distruzione del patrimonio della Fondazione nel goffo tentativo di tappare i buchi.
Gli aiuti statali (Tremonti bond e Monti bond), i ripetuti aumenti di capitale poi erosi dalla speculazione, la chiusura di molte filiali ed i sacrifici rilevanti anche in termini di salari e dipendenti, non hanno rimesso in sesto l’azienda, gravata da enormi crediti difficilmente esigibili concessi a grandi operatori economici, rimasti purtroppo coperti dal segreto bancario e che noi vogliamo conoscere.
La politica del governo Renzi sulle banche ha completato il quadro. Nonostante il disastro di due anni fa con il bail-in nella Popolare dell’Etruria e nelle altre banche, ancora non risolto, nel 2015 e 2016 il governo ha lasciato che la speculazione ribassista divorasse in poco tempo il valore del titolo Mps.
L’intervento statale (che auspichiamo possa rimanere almeno per 3 anni) è l’unica, anche se tardiva, strada percorribile per sottrarre la banca alla speculazione e per un rilancio futuro. La ricapitalizzazione precauzionale è necessaria come strumento per la ripresa se saprà salvaguardare con attenzione le risorse umane e organizzative che in questi anni di gravissima crisi gestionale hanno continuato a far funzionare l’azienda. E’ evidente che non saranno accettabili operazioni di intervento pubblico che scarichino sui lavoratori, risparmiatori e territori, a partire da Siena, (dove va tutelata la presenza della Direzione Generale) i costi degli errori del passato.
I posti di lavoro vanno salvaguardati ed i risparmiatori devono essere tutelati, così come prevede l’articolo 47 della Costituzione”.