SIENA. I "saggi" dell'Abi hanno deciso: a sfidarsi saranno l’uscente Corrado Faissola, sostenuto dalle Popolari, e Giuseppe Mussari, su cui puntano le "grandi".voluto da Unicredit come portabandiera delle grandi banche. Il comitato dei saggi dovrà ora dedicarsi alla lettura dei programmi presentati dai due candidati, ricevendo entrambi individualmente per approfondire il programma che presentano. I saggi finiranno col chiedere successivamente – in via riservata – ad ogni consigliere a chi voglia affidare la presidenza dell’Associazione. Al termine sarà presentato un resoconto, che sarà illustrato durante la riunione del comitato esecutivo in programma il 21 aprile a Milano.
Le vosi raccontano di un Faissola in vantaggio, ma non abbastanza da aggiudicarsi il quorum del 75 per cento dei 31 consiglieri, che serve per l'elezione a presidente.
Le "piccole" e il mondo cooperativo sono decisive nell'operazione e le "grandi" – che munificamente avevano rinunciato ad avere un maggior peso in seno all'Associazione – sembrano essersi pentite del "beau geste". Alessandro Profumo (Unicredit, uno dei grandi elettori di MussarI) non ha dimenticato di dire come le grandi banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Ubi che rappresentano il 60% del mercato), con una "posizione intelligente", abbiano rinunciato ad avere un peso proporzionale nel comitato esecutivo. E colpisce basso con le dichiarazione espresse qualche giorno fa dallo stesso Profumo, che neanche troppo velatamente mette in guardia, accusando le piccole di aver sbagliato nel fare distinguo con le grandi nel corso della crisi, creando nei cittadini una sfiducia verso l'intero sistema. "Senza le grandi banche non si può avere la capacità di finanziare le grandi imprese o di consentire alle imprese medio-grandi di competere sui mercati internazionali", ha detto.
Parole che non sono state apprezzate, tanto che il presidente di Carifossano Giuseppe Ghisolfi (che siede nel comitato esecutivo Abi), ha risposto che le banche territoriali hanno un'alta reputazione presso il pubblico.
Le vosi raccontano di un Faissola in vantaggio, ma non abbastanza da aggiudicarsi il quorum del 75 per cento dei 31 consiglieri, che serve per l'elezione a presidente.
Le "piccole" e il mondo cooperativo sono decisive nell'operazione e le "grandi" – che munificamente avevano rinunciato ad avere un maggior peso in seno all'Associazione – sembrano essersi pentite del "beau geste". Alessandro Profumo (Unicredit, uno dei grandi elettori di MussarI) non ha dimenticato di dire come le grandi banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Ubi che rappresentano il 60% del mercato), con una "posizione intelligente", abbiano rinunciato ad avere un peso proporzionale nel comitato esecutivo. E colpisce basso con le dichiarazione espresse qualche giorno fa dallo stesso Profumo, che neanche troppo velatamente mette in guardia, accusando le piccole di aver sbagliato nel fare distinguo con le grandi nel corso della crisi, creando nei cittadini una sfiducia verso l'intero sistema. "Senza le grandi banche non si può avere la capacità di finanziare le grandi imprese o di consentire alle imprese medio-grandi di competere sui mercati internazionali", ha detto.
Parole che non sono state apprezzate, tanto che il presidente di Carifossano Giuseppe Ghisolfi (che siede nel comitato esecutivo Abi), ha risposto che le banche territoriali hanno un'alta reputazione presso il pubblico.